Prosegue incessantemente il dibattito sulla riforma pensioni 2014: mentre Cottarelli suggerisce tagli alla previdenza e Poletti ribadisce la volontà di non intervenire sulla legge Fornero, Cesare Damiano prosegue la sua personale battaglia riguardo la riforma dell’istituto della pensione anticipata, eccessivamente penalizzante così com’è configurata al momento.



Sempre sul fronte della pensione anticipata si attendono importanti novità anche in tema di permessi legge 104, con l’errore tecnico commesso dal Parlamento in merito all’approvazione dell’ultimo emendamento alla Legge di Stabilità a tenere anche banco senza che le istituzioni intervengano per correggere il tiro.

Sempre in tema di riforma pensioni 2014, va in ultimo registrata un’importante presa di posizione del ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, che dopo aver firmato un provvedimento che limita il cumulo redditi-Pensioni d’oro ha auspicato l’introduzione di limiti ancora più stringenti.

Riforma pensioni 2014: pensione anticipata e proposte Damiano



Come si accennava in apertura, è l’istituto della pensione anticipata l’attuale protagonista del contesto previdenziale e dunque del capitolo riforma pensioni 2014; l’attuale configurazione prevede delle penalizzazioni pecuniarie enormi per chi vi accede prima del compimento dei 62 anni e ancora più salate per chi ricorre allo stesso strumento prima dei 60 anni, ecco che Cesare Damiano continua a proporre una riforma che possa introdurre maggiore flessibilità e che risulti in grado di smussare tali penalizzazioni.



Damiano aveva lanciato proposte simili anche durante l’esecutivo Letta, ma adesso come allora i vertici governativi non dimostrano grande propensione nel discuterle per via degli alti costi che comporterebbero, con lo stesso governo Renzi intenzionato ad investire in altri settori e a tralasciare, almeno per il momento, l'avvio di un iter preciso e puntuale che possa condurre ad una riforma delle pensioni in questo 2014.

Riforma pensioni 2014: legge 104



Come già accennato, il fronte riforma pensioni 2014 viene ad essere ancora scosso dal caso connesso all’emendamento alla Legge di Stabilità approvato alcune settimane fa; il provvedimento, che avrebbe dovuto equiparare i permessi regolati dalla legge 104 a ‘periodi di lavoro effettivo’ (attribuendogli dunque validità anche a fini contributivi), ha in realtà messo a serio rischio il diritto alla pensione anticipata per i lavoratori che hanno fruito della stessa legge 104, il tutto per via della citazione, all’interno del testo, dell’articolo 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 in luogo dell’art. 42 del decreto 151/2001, effettiva normativa di riferimento per quel che concerne i congedi lavorativi accordati per assistere persone disabili.



Sindacati e lavoratori interessati hanno già sollecitato il Parlamento ad intervenire, ma per il momento ogni appello è caduto nel vuoto. Certo alcune problematiche paiono maggiormente prioritarie di altre, ma l’impressione è che una riforma delle pensioni 2014 non possa non prendere avvio dalla correzione di un errore tecnico tanto grave.

Riforma pensioni 2014: il ministro Madia e le pensioni d’oro



E’ finalmente uscito dall’anonimato che ne aveva caratterizzato l’avvio del mandato il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, che nella giornata di ieri ha firmato una circolare che dà attuazione a una norma del precedente governo e stante la quale i lavoratori pubblici non potranno cumulare lavoro e pensione oltre 311 mila euro; la volontà sottesa al provvedimento è stata in pratica quella di introdurre un limite al cumulo redditi-pensioni d’oro, ma il limite stesso, corrispondente  allo stipendio del primo presidente di Cassazione, rimane in realtà estremamente alto. Interrogata sull’argomento, lo stesso ministro Madia ha sottolineato che sarebbe necessario un ulteriore smussamento, sottolineando come suggerirà la cosa al Premier Renzi.



Il capitolo riforma pensioni 2014 rimane in definitiva aperto e in attesa di soluzioni certe ma soprattutto di prese di posizioni forti da parte di un esecutivo che per il momento pare concentrato altrove.