La riforma delle Pensioni 2014 è uno dei capitoli più delicati della spending review firmata dal commissario Carlo Cottarelli e da cui il governo Renzi spera di ricavare oltre trenta miliardi di euro nel giro di tre anni. Di questi, circa 2/3 miliardi potrebbero arrivare mettendo mano alle pensioni. Avrebbe potuto essere una cifra molto più alta - e così era nelle intenzioni del commissario - ma a bloccare tutto ci ha pensato direttamente Renzi.

Perché la riforma delle pensioni 2014 doveva avere anche il prelievo una tantum sulle pensioni oltre i tremila euro lordi al mese, un prelievo da cui si pensava di poter ottenere in tre anni 2,9 miliardi di euro.

Tutto bloccato, però, per non incorrere nelle ire dei pensionati e dei sindacati. Resta da vedere se alla fine non si deciderà di cedere su questo punto per coprire i tagli all'Irpef 2014.

Punto fermo della riforma delle pensioni 2014 sarà invece l'aumento di un anno dei contributi (da 41 a 42) necessari alle donne che vogliono andare in pensione senza aver raggiunto l'età anagrafica. In questo modo il sistema sarebbe allineato a quello degli uomini. Una misura dalla quale si pensa di ricavare 1,7 miliardi di euro.

Ma nella riforma delle pensioni 2014 potrebbero arrivare anche misure che toccano tasti molto delicati, come le pensioni di guerra, le pensioni di reversibilità per le vedove e gli assegni di accompagnamento per gli invalidi. Tutte misure che resteranno in vigore ma che potrebbero subire delle sforbiciate. Ma va detto che ritocchi di questo tipo sono molto difficili da portare davvero a compimento.