Il governo di Renzi è al lavoro per definire il "Jobs Act": la riforma del lavoro che il medesimo premier aveva presentato agli elettori e cittadini italiani al momento della sua nomina a segretario del Pd. Ora che si è insediato al governo, lavoratori e pensionati, soprattutto, attendono impazienti che le norme contenute nel "Jobs Act" possano modificare la situazione venutasi a creare con la riforma Fornero negli ultimi due anni.

Nel frattempo, i ministri Padoan e Poletti hanno incontrato Delrio, il sottosegretario alla presidenza al fianco di Renzi, per discutere il piano "lavoro" da presentare ai sindacati, desiderosi di conoscere quali sono le novità del governo sul fronte "welfare".

Ciò che sembra certo, ad oggi, è che il piano racchiuso nel "Jobs Act" dovrebbe rivedere gli ammortizzatori sociali (disoccupazione : aspi e mini aspi), almeno quelli che hanno subìto una modifica dalla legge Fornero ed anche l'articolo 18. In particolare, l'indennità di disoccupazione, al momento in vigore l'Aspi (assicurazione sociale per l'impiego), dovrebbe essere nuovamente rivisitata con una forma di sostegno ai disoccupati fino a due anni dalla perdita del lavoro. La manovra comporterebbe un costo di oltre 9 miliardi di euro che saranno spostati dalle prestazioni "Aspi e mini Aspi" e dalla Cig in deroga: queste ultime dovrebbero essere, in seguito, definitivamente eliminate. L'indennità di disoccupazione che si vuole introdurre sarà erogata in proporzione ai contributi versati, con maggiori possibilità per accedervi, in termini di requisiti oggettivi: ovvero potranno accedervi coloro che hanno perso il lavoro anche se in seguito ad un rapporto di lavoro di durata inferiore ad un anno.