Per i Quota 96 Scuola, la possibilità di andare in pensione con i requisiti pre Fornero si fa sempre più remota. Le conseguenze sui lavoratori del comparto scuola si fanno sempre più spinose, in particolar modo da quando è stata bocciata la proposta di legge Ghizzoni la quale aveva ridato fiducia e speranza a migliaia di interessati.

In base ai dati in possesso delle istituzioni stesse, tra insegnanti, educatori e personale Ata, sarebbero oltre 4 mila le persone a trovarsi in bilico senza poter avere accesso alla pensione pur avendo maturato i requisiti imposti dalla legge Fornero, la quale, avendo definito il calendario secondo l'anno solare e non quello scolastico, ha in tal modo determinato l'esclusione, dall'accesso alla pensione, dei lavoratori della scuola per i quali la data di fine anno coincide con il mese di agosto e non con quello di dicembre.

Anche il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, ha ribadito nuovamente l'impossibilità per il Governo di trovare risorse finanziarie sufficienti a garantire le coperture necessarie all'erogazione delle Pensioni spettanti ai Quota 96, ovvero coloro che entro dicembre 2011 avessero maturato 60 anni di età (requisito anagrafico) e 36 anni di contributi (requisito contributivo) oppure 61 anni di età e 35 anni di contributi: da qui la dizione "Quota 96". Viene, pertanto, confermata da parte del Governo la bocciatura della proposta di legge Ghizzoni già fatta dalla Ragioneria di Stato.

Ciò che è ancora più imbarazzante è che il Governo giustifica la propria decisione assumendo di "non sapere quale sia il numero esatto degli aventi diritto", circostanza che rende ancora più gravoso il tentativo di reperire le risorse utili.

In verità, i dati ufficiali quantificano il numero dei potenziali aventi diritto in 4 mila persone, per i quali un'eventuale sanatoria dovrebbe garantire il trattamento pensionistico con decorrenza 31 agosto del 2011 (con i requisiti pre Fornero cioè) e quindi con un esborso non indifferente.

Anche se il presidente della Commissione Bilancio alla Camera, Francesco Boccia, ha di recente auspicato un ripensamento da parte del Governo, i presupposti lasciano forti dubbi, salvo imprevisti colpi di scena che, tuttavia, allo stato attuale restano perlopiù un miraggio.