La proposta del ministro Marianna Madia per quanto riguarda il pensionamento anticipato di impiegati della Pubblica Amministrazione, che hanno raggiunto i requisiti necessari in vigore prima della Riforma Fornero, sembrerebbe aprire un nuovo spiraglio "anti-disoccupazione giovanile".  

Questo sarebbe possibile in quanto il prepensionamento dei dipendenti pubblici è  da considerare quasi a costo zero per lo Stato, un'operazione vantaggiosa in quanto l'assegno previdenziale risulta essere più basso di una normale busta paga di di un dipendente pubblico di almeno 8 mila euro l'anno: così facendo, per ogni tre dipendenti in pensione lo Stato guadagnerebbe 24 mila euro l'anno, l'equivalente delle stipendio di un giovane. 

Tenendo presente che sarebbero già in 10.000 i dipendenti pubblici, ad raggiunto i requisiti necessari per il prepensionamento, i requisiti per una vasta assunzione giovanile ci sono tutti ma, la mancata circolare che attesti nero su bianco la legittimità e i vari step di tale provvedimento lascia tutto fermo, esponendo la proposta e lo stesso ministro ad aspre critiche: Stefania Giannini, ministro per l’Istruzione dice «Un sistema sano non ha bisogno di mandare via gli anziani per far entrare i giovani. È necessaria un’alternanza costante». 

Il Ministro Giannini ha poi continuato dichiarando, che sarebbe meglio avviare un processo di "svecchiamento non traumatico" dei dipendenti, ricorrendo alla meritocrazia per riempire gli spazi lasciati nella pubblica amministrazione dai prepensionati per poi pensare alle assunzioni. Di diverso avviso e l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, favorevole ad applicare la staffetta generazionale anche nel settore privato.