Ben sei mesi di tempo per mettere a punto un piano efficiente di revisione della spesa, ma con la spending review i tagli lineari non spariranno. Anzi saranno tagli di personale, o esuberi come si definiscono elegantemente, che andranno ad interessare nel settore pubblico ben 85 mila lavoratori in tre anni, quelli più anziani, con esclusione di enti locali e sanità.

In merito il Sindacato dell'Ugl ha lanciato di conseguenza l'allarme visto che con la spending review potrebbero scattare ben 85 mila prepensionamenti con tutte le penalizzazioni che ne conseguono, dalla percentuale riferita all'ultimo stipendio, al differimento del trattamento di fine rapporto (Tfr).

Francesco Prudenzano, che dell'Ugl è il segretario nazionale Intesa Funzione Pubblica, ha inoltre sottolineato come sulla spending review i Sindacati non siano stati coinvolti nelle scelte se non semplicemente a presenziare in qualità di auditori a quelle che sono state le poche relazioni illustrate. Con la conseguenza che secondo l'Ugl di questo passo si prenderanno in materia di spending review delle decisioni tanto pessime quanto non condivise con le parti sociali.

Al punto che secondo Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, il proposito del Premier Renzi di aumentare di 80 euro il netto mensile in busta paga dei lavoratori rappresenta solo una mossa affinché possa andar giù la pillola della spending review che, stando ai capitoli di spesa da andare eventualmente ad aggredire, in effetti non promette niente di buono.