Continua l’ondata di indignazione e malcontenti per la mancata risoluzione del caso pensioni Quota 96 Scuola, col no opposto dalla Ragioneria di Stato, in combinato alla reiterata miopia di Renzi, ad aver costituito a tutti gli effetti la goccia che ha fatto traboccare il vaso.



Direttamente dal blog del Movimento Quota 96 giunge infatti la calendarizzazione di una serie di proteste, manifestazioni e presidi permanenti davanti alla principali sedi istituzionali che saranno messi in atto nei giorni e nelle settimane a venire; tra i più clamorosi, manovre di incatenamento davanti alle sedi Rai e presidi permanenti dinnanzi a Montecitorio.

A far salire la tensione le dichiarazioni rilasciate dai COBAS, che si schiereranno a fianco di Quota 96 e personale ATA affinchè il caso pensioni Quota 96 Scuola possa chiudersi in favore dei diretti interessati.



Nonostante la Ragioneria abbia addotto delle motivazioni di natura economica, l’impressione corrente è che dietro la mancata chiusura della vicenda Pensioni Quota 96 Scuola e all’ennesimo no opposto alla proposta di legge della Ghizzoni si celi una precisa volontà politica.

Pensioni Quota 96 Scuola: la Ragioneria contesta le coperture finanziarie e il Movimento fa partire la protesta



Per comprendere meglio gli attuali scenari in merito al caso pensioni Quota 96 Scuola, è forse opportuno fare un passo indietro e tornare alla bocciatura ordita dalla Ragioneria di Stato, che ha bloccato il testo della Ghizzoni per via della mancanza di adeguate coperture economiche.



Eppure, la cifra necessaria ad autorizzare il pensionamento dei Quota 96 della Scuola (450 milioni di euro circa) potrebbe facilmente essere ricavata mettendo da parte una minuscola quantità delle risorse che Cottarelli sta tentando di ricavare in sede di pianificazione della spending review 2014; certo la materia è delicata e non ci sogneremmo mai di insegnare a qualcuno il proprio mestiere, ma la sensazione è che un tentativo in tal senso non sia nemmeno stato progettato.



Al di là dell’aspetto prettamente economico, continuare a negare il pensionamento ai Quota 96 significa inoltre sbarrare la strada all’ingresso di un ‘popolo’ di nuovi docenti e dunque impedire il ricambio generazionale.



Tutte motivazioni ritenute comunque poco rilevanti (almeno così sembra) dal premier Renzi, che nonostante l’invito rivoltogli da Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, non interviene in maniera decisa in merito al caso pensioni Quota 96 Scuola.



E allora il movimento ha deciso di passare al contrattacco, dichiarando guerra a istituzioni e governo Renzi; scorrendo il blog ufficiale del Movimento è già possibile prendere visione di una sorta di prima calendarizzazione di tutta una serie di proteste, presidi e manifestazioni che si terranno in tutta Italia con l’appoggio dei COBAS. Da lunedì 24 marzo in poi è ad esempio previsto un presidio permanente davanti a Montecitorio, con alcuni esponenti della categoria che si porranno al centro del presidio incatenandosi davanti allo stesso palazzo.



La protesta è ancora in fase di allestimento, ma l’impressione corrente è che si faccia sul serio; del resto un diritto, pur calpestato, dimenticato, schiacciato e umiliato, come quello alla pensione dei Quota 96, rimane pur sempre un diritto. E come tale va difeso.



Intanto martedì prossimo dovrebbero esserci delle novità per quel che riguarda l’atto politico congiunto presentato da alcuni gruppi politici al governo affinchè studi un programma di reperimento delle risorse alternativo a quello presentato dalla Ghizzoni e in grado di mettere fine al caso pensioni Quota 96 Scuola. Vi terremo aggiornati.