Non accenna ad allentarsi la tensione creatasi attorno al caso pensioni Quota 96 Scuola: sferzati dalle Istituzioni ed umiliati dal governo Renzi, i Quota 96 della Scuola hanno deciso di insorgere e stavolta fanno sul serio. Ieri si è svolta una prima manifestazione in Piazza del Pantheon a Roma, ma i prossimi giorni saranno fittissimi, con un calendario ricco di proteste, manifestazioni e cortei.



Ad accompagnarli nel loro percorso i COBAS, più che mai decisi a sostenerne la campagna scandendo le manifestazioni ed unendosi al coro di protesta: i Quota 96 della Scuola sono stufi e adesso passano all’attacco, anche e soprattutto perché si sentono traditi.

Ripercorriamo brevemente il caso Pensioni Quota 96 della Scuola, cercando di capire quali possano essere gli scenari futuri per una categoria che non vuole più essere vittima del governo Renzi.

Pensioni Quota 96 Scuola, COBAS e Corte Europea: proteste e manifestazioni in tutt’Italia



Ormai da tempo sentiamo parlare di Quota 96 e di caso Pensioni Quota 96 Scuola; la categoria è composta da individui nati nel 1951 e 1952 che avrebbero raggiunto Quota 96 entro il 2012 (61 anni di età e 35 di contributi oppure 60 di età e 36 di contributi) e che si sono visti negare il pensionamento per un errore della riforma Fornero.



Al danno si aggiunge poi la beffa, dato che tutti i gruppi politici (compreso il presidente della Commissione Bilancio Boccia che ha esplicitamente invitato Renzi ad intervenire sull’argomento) concordano nel ritenere un diritto sacrosanto quello al pensionamento per tutti i Quota 96. A completare il quadro, il fatto che nessun altro comparto pubblico abbia subito un blocco del pensionamento, blocco che ad oggi rischia di protrarsi per 6 o 7 anni; in questi mesi ogni tentativo è stato vano, con la Ragioneria non intenzionata a dar corso allo stanziamento dei 450 milioni di euro necessari alla chiusura del caso Pensioni Quota 96 Scuola.



E allora i Quota 96 si sono compattati ancor di più; prima lo slogan ‘no pensione, no voto’, poi la protesta dei volantini (giunta al quarto manifesto) e adesso cortei e manifestazioni portate avanti con l’appoggio dei COBAS; per i prossimi giorni si prevedono incatenamenti davanti a Montecitorio e alle sede Rai, cortei e sit-in, qualsiasi cosa serva a scuotere le coscienze e a sensibilizzare anche l’opinione pubblica riguardo il caso Pensioni Quota 96 Scuola.



‘L'ignobile blocco - ha dichiarato il sindacalista Cobas Bernocchi intervistato da OrizzonteScuola.it - , anche fino a 6-7 anni, del loro (ndr. Quota 96) diritto alla pensione non ha neanche sfiorato categorie amiche della casta (i militari, i dipendenti delle Camere ecc..) e in realtà il governo potrebbe recuperare benissimo i 450 milioni di euro, necessari (dal 2014 al 2018) per l'immediato pensionamento dei circa 4000 docenti e Ata, che - ha concluso Bernocchi - permetterebbe oltretutto l'assunzione a tempo indeterminato di 4000 precari’.



Sul blog del Comitato Civico Quota 96 campeggia lo slogan che fu di Ernesto Che Guevara, ‘Chi lotta può perdere, chi non lotta (anche se uniti) ha già perso’, segno di una convinzione e di una forza che lasciano intendere come la protesta non si fermerà finchè il caso Pensioni Quota 96 Scuola non troverà risoluzione; resta inoltre in piedi la possibilità che la categoria ricorra alla Corte Europea, il tutto per vedersi riconosciuto quello che altro non è se non un sacrosanto diritto.



Intanto è previsto per domani mattina, giovedì 27 marzo alle ore 9.00, un incontro in Commissione Bilancio, l’ennesimo indetto per discutere il caso del pensionamento dei Quota 96 della Scuola. Vi terremo aggiornati. Quel che è certo è che adesso è tempo di passare ai fatti.