Quota 96 della Scuola: quali prospettive dopo l'ennesimo no della Ragioneria dello Stato? Le ultime notizie parlano di una nuova risoluzione congiunta sottoscritta da tutti i capigruppo delle Commissioni Bilancio e Lavoro, mentre sulla questione intervengono i sindacati di categoria. Sullo sfondo, i diretti interessati preparano nuove mobilitazioni per far sentire la propria voce.

Quota 96: il no della Ragioneria

Il 18 marzo scorso il testo unificato Ghizzoni-Marzana per il pensionamento di quasi 4 mila "esodati dell'istruzione" ha ricevuto l'ennesimo no: la Ragioneria dello Stato ha affermato di ritenere "non idonea una copertura di oneri certi con economie di entità incerta".

Gli oneri a carico dell'Inps, quantificati dal testo in 35 milioni di euro per il 2014, 105 milioni per il 2015, 101 milioni per il 2016, 94 per il 2017 e 82 per il 2018, non sarebbero quindi sostenibili.

Pensioni Quota 96 della scuola: intervengono i sindacati

Le reazioni a questo stop non sono mancate. Dopo un lungo periodo di silenzio sulla questione, è tornato ad intervenire l'Anief, chiedendo pubblicamente al Governo di applicare per i Quota 96 della scuola la clausola sulla riforma delle Pensioni. "Non si tratta di una concessione - afferma in una nota Marcello Pacifico (Anief-Confedir) - la scuola, infatti, ha da sempre costituito un'eccezione nel panorama del comparto pubblico, spostando al 31 agosto dell'anno successivo le scadenze che per gli altri settori statali sono fissate al 31 dicembre.

E queste unità di personale hanno iniziato l'anno scolastico 2011/12 presentando regolare domanda di pensionamento, salvo rimare "incastrati" a seguito dell'approvazione dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla Legge 22 dicembre 2011, n. 214".

"Non ci sono ragioni che possano giustificare il no della Ragioneria dello Stato - prosegue Pacifico -.

I 400 milioni di euro necessari vanno trovati".

Sulla stessa lunghezza d'onda i Cobas, che per voce di Piero Bernocchi evidenziano come "in realtà il governo potrebbe recuperare benissimo i 450 milioni di euro, dal 2014 al 2018, necessari per la pensione dei circa 4000 docenti e Ata, bloccati dalla Fornero, perché il risparmio previsto dal 2012 al 2021 di circa 80 miliardi, grazie al salasso dei settori popolari, era sottostimato e le ultime analisi parlano di una cifra intorno ai 150 miliardi: quindi i fondi necessari a sanare l'intollerabile ingiustizia contro i Quota 96 sono ampiamente disponibili".

Quota 96: le prossime scadenze e mobilitazioni

La prossima data importante per la questione Quota 96 è il 25 marzo, quando sarà presentata e calendarizzata in Commissione Bilancio la nuova risoluzione congiunta sottoscritta da tutti i capigruppo delle Commissioni Bilancio e Lavoro, volta ad esortare l'esecutivo a pianificare nuove risorse per gli "esodati scolastici". Una risoluzione che ha l'appoggio praticamente universale dei partiti politici ma che dovrà scontrarsi con le priorità dell'esecutivo di Matteo Renzi. 

Intanto, gli interessati si sono dati appuntamento proprio per domani pomeriggio in piazza del Pantheon a Roma, per una manifestazione di protesta dal titolo "Quota 96: prigionieri del Governo", e continuano a pensare ad un ricorso alla Corte Europea