Per i Quota 96 della Scuola, la prossima scadenza importante è fissata per il 10 aprile. Entro questa data la risoluzione congiunta Saltamartini impegna il governo Renzi a riferire sulle risorse necessarie al pensionamento dei quasi 4 mila "esodati della scuola". Ripercorriamo le ultime vicende in merito.

Pensioni Quota 96 della scuola, l'ultimo no della Ragioneria dello Stato

Il 18 marzo scorso il testo unificato C. 249 Ghizzoni-Marzana, che prevede il pensionamento di un massimo di 4 mila lavoratori con i requisiti pre-Fornero, ha ricevuto l'ennesimo stop: la Ragioneria dello Stato ha affermato di ritenere "non idonea una copertura di oneri certi con economie di entità incerta".

Al centro del dibattito gli oneri a carico dell'Inps, quantificati dal testo stesso in 35 milioni di euro per il 2014, 105 milioni per il 2015, 101 milioni per il 2016, 94 per il 2017 e 82 per il 2018, che non sarebbero sostenibili. Alla bocciatura ha fatto seguito un coro pressochè unanime di proteste da parte di parlamentari e sindacati.

Quota 96, la risoluzione Saltamartini e la modifica da "reperire" a "riferire"

In seguito, l'onorevole Saltamartini ha presentato una risoluzione volta ad esortare il governo a trovare i fondi per il pensionamento dei Quota 96 della scuola. Risoluzione che ha ricevuto l'approvazione unanime delle Commissioni Bilancio e Lavoro della Camera.

E qui scatta un piccolo "giallo": come rilevano i deputati del Movimento 5 Stelle, il testo della risoluzione è stato modificato, comportando l'impegno per l'esecutivo non più a "reperire" le risorse per il pensionamento dei lavoratori da inserire nel Def, ma semplicemente a "riferire" sulle stesse.

"Si tratta della solita formulazione vaga e indefinita - affermano gli esponenti del M5S - che rischia di rimandare alle calende greche la soluzione a un'emergenza che invece necessita di una risposta immediata".

Pensioni Quota 96 della scuola, e adesso?

Ora la patata bollente è nelle mani del governo Renzi. Ma, come riporta il sito specializzato OrizzonteScuola, la proposta di legge Ghizzoni-Marzana potrebbe non fermarsi davanti ad un nuovo stop.

Sembra che l'intenzione dei parlamentari delle Commissioni sia quella di andare avanti comunque, anche se l'esecutivo stesso dovesse dare un no. In che modo? Se il governo non dovesse trovare una soluzione per il reperimento delle risorse, il Parlamento dovrebbe comunque andare avanti, ritenendo sufficiente e legittima la copertura proposta dalle commissioni e passando la parola, e la facoltà di decidere, al voto dell'aula.