Brutte notizie per le Pensioni Quota 96.

Anche se si era capito che in Commissione Bilancio non tirava una buona aria, i cosiddetti Quota 96 nutrivano la speranza che per loro potesse arrivare una soluzione quanto prima possibile per entrare in pensione.

Ma giunge notizia che la Ragioneria di Stato, organo posto a tutela dei conti pubblici, ha detto no alla copertura economica richiesta dal Testo unificato Ghizzoni-Marzana, bocciando l'idea come non idonea.

Risolvere la questione delle pensioni Quota 96, non è semplice. Richiede dei costi a carico dell'Inps non indifferenti.

Secondo i calcoli, per coprire le spese, l'INPS dovrebbe sborsare:

  • 35 milioni di euro per il 2014,
  • 105 milioni di euro per il 2015,
  • 101 milioni di euro nel 2016,
  • 94 milioni di euro nel 2017
  • 82 milioni di euro nel 2018.

Le cifre, di cui l'INPS evidentemente non dispone, ha spinto la Ragioneria a bocciare la questione e dire un sonoro no.

Pensioni Quota 96, il no dalla Ragioneria di Stato: le reazioni

Molti membri della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati hanno immediatamente protestato per la decisione inaspettata.

Barbara Saltamartini ha fatto sapere che tutti i membri della commissione intendono richiedere al Governo un impegno per trovare la soluzione definitiva alle pensioni Quota 96.

Francesco Boccia, ha espresso il suo disappunto con un commento in cui dichiara che il Parlamento provvederà a far cambiare idea sulla questione.

Il disappunto maggiore ovviamente è quello dei Quota 96, che ingoiano un altro boccone amaro dopo la riforma Fornero.

Il prossimo 25 marzo sarà messa in calendario la votazione della risoluzione proposta dalla Saltamartini, che una volta approvata, rappresenterà un documento ufficiale che indica la volontà del Parlamento circa la questione pensioni Quota 96.