La questione della riforma delle Pensioni 2014 è all'ordine del giorno e sembra che il Ministro dell'Economia Padoan e il Ministro del lavoro, del welfare e delle politiche sociali Poletti, abbiano intenzione di mettere mano a una serie di questioni connesse alle storture della legge Fornero, su tutte la questione esodati e Quota 96.

Se c'è una questione di cui non si parla più è quella che riguarda le cosiddette pensioni d'oro. Perché ne parliamo? Perché in passato il rottamatore Renzi, ora Presidente del Consiglio, aveva espresso giudizi molto vivaci contro i privilegi delle pensioni d'oro e aveva formulato ipotesi sul come ricavare fondi importanti da quelle in vista di aggiustamenti e miglioramenti nel sistema previdenziale generale.

Pensioni 2014: Renzi il rottamatore e le pensioni d'oro

Era soltanto il 14 gennaio quando Renzi incontrava la Meloni per discutere la questione del taglio delle pensioni d'oro. E non si trattava di una scelta dettata dalla strategia del momento, gli interventi di Renzi contro le pensioni d'oro erano stati tanti sin dalla metà del 2013.

In quell'occasione la Meloni aveva dichiarato di aver trovato il segretario del PD disponibile al confronto e pronto a discutere la proposta di Fratelli d'Italia. Per la Meloni, per risolvere il problema delle pensioni d'oro, era necessario che le pensioni superiori più di dieci volte rispetto alla minima (diciamo, dunque, 5.000 euro), nella parte eccedente vedessero ricalcolato l'imponibile della pensione attraverso il sistema contributivo.

In poche parole, si sarebbe avuto più di 5.000 euro di pensione soltanto se si fossero versati effettivamente i contributi.

Renzi però non è più tornato sulla questione e, non solo nel discorso di presentazione del nuovo governo, non ha parlato di pensioni d'oro ma non ha parlato per nulla di una riforma del sistema previdenziale.

Insomma, esodati e Quota 96, giusto per citare alcune delle categorie la cui situazione è maggiormente paradossale, aspettano ancora una risoluzione politica e legislativa.

Uno dei problemi maggiori per quanto riguarda gli ultimi governi è quello di trovare le risorse economiche per poter affrontare qualsiasi riforma del mercato del lavoro o delle pensioni.

Ecco che allora rispunta nuovamente la questione delle pensioni d'oro, anche se Renzi non sembra ancora menzionarle.

Come molti analisti hanno notato e notano, la posizione di Renzi sull'austerità nei confronti delle pensioni d'oro si è molto ammorbidita pian piano che diveniva sempre più concreta la possibilità di un nuovo governo con lui a capo. Certo, si torna a parlare di contributo di solidarietà che dovrebbe arrivare proprio dalle pensioni più remunerative, ma non è ancora chiaro se Renzi lascerà immutato il contributo di solidarietà come era stato strutturato dal governo Letta o deciderà di inasprirlo.

Intanto, secondo molti commentatori, le pensioni d'oro potrebbero divenire un serbatoio per risolvere moltissime questioni: ricordiamo che gli esodati e i Quota 96 attendono ancora risposte e se non le hanno ancora avute è perché manca la copertura economica.