Uno dei tanti capitoli lasciati insoluti dal governo Letta ha riguardato il fronte pensioni 2014 INPS, con i casi esodati e precoci in bilico ormai da mesi e l’istituto del prepensionamento in attesa di una revisione che tarda ad arrivare da troppo tempo.



Il governo Renzi, il cui insediamento ha prodotto numerose aspettative a riguardo, sin qui si è però mostrato carente, non solo nell’affrontare concretamente l’argomento ma anche nel proporre possibili linee di intervento; tanta attesa era allora stata riversata all’interno del Jobs Act, ma la presentazione del relativo contenuto operata da Matteo Renzi ha ancora una volta mostrato una sostanziale carenza del nuovo esecutivo nel trattare il capitolo pensioni 2014 INPS.

L’unico cenno in tal senso è stato fatto in tema di Pensioni d’oro, che verranno ritoccate per reperire ulteriori fondi in grado di alimentare la spending review; facciamo allora il punto sul fronte pensioni 2014 INPS cercando di capire cosa preveda il Jobs Act di Renzi e quali siano le prospettive future per esodati e precoci.

Pensioni 2014 INPS: il Jobs Act di Renzi non considera la previdenza e dimentica esodati e precoci



Scorrendo il contenuto in cui si articola il Jobs Act di Renzi (riforma contratti di lavoro, revisione ammortizzatori sociali e implementazione di misure volte all’inserimento dei giovani nell’universo occupazionale), appare immediatamente evidente come il fronte pensioni 2014 INPS sia stato sostanzialmente dimenticato.



Eppure una riforma del sistema lavoro dovrebbe prima passare - sia logicamente che per una questione di rilevanza sociale - dalla risoluzione dei casi innescati dalla riforma Fornero in tema di pensioni; esodati e precoci sono rimasti alle promesse fatte dal governo Letta e alle richieste operate dai sindacati (provvedimento legislativo in favore dei primi e minori penalizzazioni per l’uscita anticipata dal lavoro a suffragio dei secondi), e nonostante le proposte formulate da Cesare Damiano in tema di flessibilità, al momento non si registra alcuna presa di posizione a riguardo da parte del governo Renzi. Eppure quella rappresentata dal Jobs Act costituiva un’importante occasione, se non per prevedere nuove misure quanto meno per iniziare ad intavolare delle manovre ad hoc, ma nulla di tutto ciò è stato fatto.



Incapacità di trovare una soluzione o miope presa di posizione che considera prioritarie altre tipologie di questioni? Al momento non è possibile dirlo con precisione; solo il tempo potrà dire cosa Renzi abbia in mente per risolvere i casi di esodati e lavoratori precoci, ma l’auspicio è che si debba attendere ancora poco per aver un quadro più preciso.

Pensioni 2014 INPS: il Jobs Act di Renzi prevede tagli alle pensioni d’oro, nulla di fatto in tema di prepensionamento



Col fine ultimo da ricavare risorse atte ad alimentare la spending review, il Jobs Act illustrato da Renzi prevede dei tagli alle pensioni d’oro, quelle al di sopra dei 90.000 euro l’anno; di certo si tratta di un’importante presa di posizione, dato in particolare come i quasi 33.000 pensionati che percepiscono da 90.000 euro l’anno in su brucino qualcosa come 3,3 dei 265 miliardi complessivi che vanno a costituire il totale del monte pensionistico italiano.



In tema di prepensionamento, Poletti e Renzi sono invece chiamati a valutare le soluzioni paventate dal precedente esecutivo, con la proposta di un ‘prepensionamento mascherato volontario’ mediante erogazione di un prestito pagato dall’INPS a tutti i lavoratori che accettino di abbandonare anticipatamente l’impiego a costituire la soluzione più interessante partorita dal governo Letta.



L’alternativa sarebbe cavalcare l’opzione proposta da Damiano (più flessibilità e meno penalizzazioni per chi fruisce dell’istituto del prepensionamento), ma l’eccessivo impiego di risorse di cui necessiterebbe questa soluzione contribuisce al momento a creare più di un dubbio riguardo la possibilità che venga effettivamente cavalcata.