Pensione anticipata con prestito Inps, per lavoratori precoci e lavori usuranti, Quota 96 per dipendenti MIUR: sono le principali carte in tavola con cui giocare le modifiche alla legislazione vigente, che il Governo Renzi prevede di discutere in marzo. Gli interventi mirano a risolvere alcuni squilibri generatisi con la riforma Fornero del 2011. Vediamo di cosa si tratta.

La premessa è l'uscita flessibile dal lavoro, ipotesi caldeggiata da mesi dall'On. Cesare Damiano, che prevederebbe la possibilità di andare in pensione fra i 62 e i 70 anni con incentivi e penalizzazioni economiche flessibili (da -8% a +8%).

Ciò sarebbe di interesse soprattutto per lavoratori precoci che hanno accumulato 35 anni di contribuzione, ma potrebbe essere un'opzione vantaggiosa anche per altre categorie, infatti si immagina di poterla applicare ad ampio raggio. Reintroducendo la pensione anticipata si pensa inoltre di favorire uno sblocco del turn over, cioè l'ingresso di nuovi lavoratori nel mercato del lavoro.

Prestito pensionistico: che cos'è? Una soluzione per il finanziamento della pensione anticipata proposta dall'ex Ministro Giovannini, che verrà ora considerata dal successore Poletti. Consiste nel finanziamento da Stato, INPS o datore di lavoro al lavoratore che decida di andare in pensione prima dei 66 anni.

Questo prestito comincerà ad essere restituito con decurtamenti sull'assegno pensionistico quando il lavoratore avrà maturato i requisiti pensionistici previsti dal suo piano.

E i Quota 96? La situazione è ancora incerta: le decisioni di gennaio potrebbero essere riviste dal nuovo Ministro, d'altronde la nomina del presidente dell'INPS Vittorio Conti, avvenuta in febbraio, potrebbe fare luce sulle soluzioni da poter effettivamente prendere in tempi rapidissimi.