Pensione anticipata: come funziona? Tanta la confusione su requisiti e termini per accedere al trattamento pensionistico prima di aver raggiunto i requisiti di vecchiaia dettati dalla riforma Fornero. Cerchiamo di fare chiarezza e dare informazioni utili, anche sulla recente polemica in merito ai permessi fruiti dai familiari dei disabili secondo la legge 104 e sulle relative penalizzazioni, non ancora correttamente cancellate.

Riforma Fornero: dalla pensione di anzianità alla pensione anticipata

La pensione di anzianità è stata abolita nell'anno 2011, con il decreto Salva Italia approvato dal governo di Mario Monti.

La riforma ha stabilito che sia possibile accedere alla pensione solo dopo aver raggiunto i requisiti anagrafici di vecchiaia.

Al posto della pensione di anzianità è stata introdotta la pensione anticipata: chi vuole ritirarsi prima può farlo, a patto che possegga determinati requisiti a livello di contribuzione. Nel 2014, si parla di 41 anni e sei mesi per le donne e 42 anni e sei mesi per gli uomini (per soggetti con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995).

Chi va in pensione prima dei 62 anni di età, secondo quanto deciso dalla riforma Fornero, subisce una penalizzazione nei termini di una decurtazione sull'importo della pensione: la riduzione è pari ad un punto percentuale per ogni anno di anticipo nell'accesso alla pensione rispetto all'età di 62 anni; tale percentuale annua è elevata a due punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni.

Successivamente il decreto Milleproroghe 2012 (dl n. 216/2012 convertito nella legge n. 14/2012) ha mitigato tale penalizzazione stabilendo che le riduzioni non sono applicabili nei confronti di chi matura questo requisito contributivo entro il 2017, ma a condizione esso derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro in cui sono compresi i periodi di astensione obbligatoria per maternità, assolvimento degli obblighi di leva, malattia, infortunio, cassa integrazione guadagni ordinaria.

In questo modo, risultavano esclusi i periodi di permessi fruiti ai sensi della legge 104 e i giorni non lavorati per la donazione di sangue: se il secondo problema è stato risolto relativamente in fretta, sul primo rimangono ancora molte polemiche, vediamo perchè.

Pensione anticipata e permessi legge 104: il pasticcio della Legge di Stabilità

La legge di stabilità approvata a fine 2013 dal governo di Enrico Letta era intervenuta per correggere, appunto, la penalizzazione sulla pensione anticipata rispetto ai permessi fruiti secondo la legge 104/92, per l'assistenza a familiari disabili.

Ma le buone intenzioni sono messe a repentaglio da un errore non di poco conto fatto nella stesura del testo, in grado di compromettere il suo stesso obiettivo.

Vediamo i dettagli di questo "pasticcio": il testo della legge di stabilità decreta la validità ai fini contributivi anche dei "congedi e permessi concessi ai sensi dell'articolo 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104". Ecco la questione: i congedi per l'assistenza ai disabili in realtà non sono previsti dall'art. 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, bensì dall'art. 42 del decreto legislativo 151/2001.

Una disattenzione, un errore banale che rischia però di compromettere il diritto alla pensione anticipata di moltissimi lavoratori, che ora attendono una risposta dal nuovo governo di Matteo Renzi.