Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti è intervenuto sul nodo spinoso relativo ai contratti a tempo determinato, affermando quanto non sia giusto che una buona parte di questi rapporti di lavoro debba essere risolta da un giudice che deve intervenire nella controversia.


Secondo Poletti, dev'essere la legislatura a porre le basi per la reciproca stima tra imprenditori e lavoratori assunti con contratto a termine: il ministro si è chiesto in modo particolare come possa continuare, sul piano strettamente umano, un rapporto di lavoro tra un dipendente, pienamente consapevole che il proprio datore non lo vuole più in azienda e viceversa come si deve sentire un imprenditore che non desidera più la presenza di quel soggetto nella propria attività.


Ecco perchè il governo ha ritenuto giusto aiutare la risoluzione delle controversie, dando la possibilità di assumere tranquillamente per 36 mesi senza correre il rischio di essere giudicati da un magistrato. Con la vecchia normativa, invece, ogni sei mesi, il lavoratore, più o meno giovane, una volta scaduto il contratto, correva il rischio di essere mandato a casa e sostituito da un altro soggetto. 


Poletti afferma che anche prima c'era il limite dei 36 mesi, con l'importante differenza che in quell'arco di tempo, si potevano addirittura avvicendare ben sei persone nello stesso posto.  Invece, attraverso il nuovo Decreto Legislativo sul Lavoro, aumenteranno le possibilità che una persona, alla quale è stata data la possibilità di dimostrare in proprio valore durante i trentasei mesi, possa venire assunta in maniera definitiva.