Ma perchè non ci avevamo pensato prima, direbbe qualcuno: sembra che il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia abbia trovato il modo per rilanciare l’occupazione nel nostro Paese, ossia mandare in prepensionamento diversi dipendenti statali già avanti nell'età e sostituirli con i giovani, contribuendo così all'abbassamento del tasso di disoccupazione.



La teoria sarebbe perfetta e verrebbe accolta da tutti con un grande applauso se non fosse per il fatto che l'Inps aumenterebbe in maniera cospicua le proprie spese, senza contare le ripercussioni, quindi, anche sul debito pubblico.

Non dimentichiamoci che non più tardi di una settimana fa la Ragioneria ha bloccato il prepensionamento di circa quattromila dipendenti della Scuola che si trovano nel 'limbo' delle regole della Riforma Fornero (coloro che sono stati ribattezzati come “quota 96” e che non sono riusciti ad andare in pensione nonostante avessero i requisiti 60 anni di età e 36 di servizio o 61 di età e 35 di servizio).



La proposta dovrebbe essere rivolta ad assecondare il piano del commissario governativo alla spending review Carlo Cottarelli che ha individuato negli 85 mila esuberi dell’amministrazione pubblica un'importante zavorra da alleggerire sul bilancio della spesa pubblica: ecco dunque che il ministro Madia ha deciso di venire incontro a tale problema offrendo la soluzione della "mobilità obbligatoria" e della possibilità di ottenere la pensione anticipata per alcuni. 



Non dimentichiamoci, però, che oltre a diventare un peso insopportabile per le casse dell'Inps, bisogna tenere anche in considerazione il malumore di tutti quei dipendenti privati (molti, molti di più) che sono ancora costretti ad aspettare i 67 anni di età previsti dalla riforma Monti: per tutti questi lavoratori penalizzati sarebbe una beffa imperdonabile.