Dopo la presentazione in pompa magna del Premier Matteo Renzi, quella relativa ad un ventaglio di interventi tra cui la riduzione delle tasse per 10 miliardi di euro a favore dei lavoratori, da qui a maggio l'Esecutivo dovrà fare delle scelte importanti per non tradire le attese e le promesse.



Tutto passa attraverso la cosiddetta spending review che già sta innescando qualche malumore tra i Sindacati a partire dalla Cgil. Sul piatto ci sono infatti possibili interventi sulle pensioni, così come potrebbero essere messi a punto interventi di razionalizzazione e di riduzione delle spese nel settore del pubblico impiego al fine di non penalizzare ancora una volta scuola e sanità già bersagliate dai precedenti Governi.





Ma cosa rischiano realmente i lavoratori della Pubblica Amministrazione? Ebbene, in accordo con quanto riportato dall'Associazione degli artigiani della Cgia di Mestre, gli interventi sul pubblico impiego potrebbero portare attraverso la spending review ad un piano di esuberi per ben 85 mila unità unitamente ad interventi finalizzati a calmierare gli stipendi dei dirigenti che in media guadagnano tanto, troppo anche in confronto con i dirigenti pubblici degli altri principali Paesi europei.



E pure sul pacchetto lavoro non mancano i malumori. Per esempio, secondo l'USB, Unione Sindacale di Base, il cosiddetto Job Act, che prevede tra l'altro una liberalizzazione dei contratti a termine, porterà a rendere la precarietà a vita permanente ed a distruggere le ultime garanzie e gli ultimi diritti per le lavoratrici  per i lavoratori, giovani e meno giovani.