Jobs Act, parte seconda. In queste ore, dopo il vertice tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Delrio ed i ministri dell'Economia Padoan e del lavoro Paoletti, si stanno analizzando le coperture per poter valutare l'effettiva fattibilità delle misure sul lavoro.

Prima misura riguarda il rilancio delle politiche attive. Si parla di un progetto, chiamato "Garanzia Giovani" che grazie allo sblocco di fondi europei porterà nelle casse del governo circa due miliardi da spendere per promuovere e rafforzare le politiche dei giovani under 25.

Si parla di un accordo, promosso e portato avanti dall'ex ministro Giannini, che mira a favorire l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani nei quattro mesi successivi al diploma o dalla laurea.

A questa misura, nelle intenzioni del governo, c'è, o meglio ci dovrebbe essere, un sussidio di disoccupazione, definito universale, di massimo due anni. Proprio su questo punto, ci sono le "grane" maggiori. Pare che l'operazione costerebbe sui dieci miliardi di euro che andrebbero ad assorbire prestazioni Aspei e ammortizzatori in deroga che sarebbero, per questo, privi di copertura. Allo studio anche dei criteri che permetterebbero l'accesso al sussidio con una certa rapidità.

Ultimo punto di discussione nella maggioranza ma soprattutto tra maggioranza e sindacati è la modifica dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.

Nella proposta di Renzi, si legge che la tutela dal licenziamento, avverrebbe solo nei primi tre anni di qualsiasi rapporto di lavoro. Si valorizzerebbero così forme di apprendistato e si ridurrebbe il "miraggio del posto sicuro" e quindi una sterilizzazione dei contratti a tempo indeterminato.

Nei prossimi giorni il provvedimento approderà nel Consiglio dei Ministri. Staremo a vedere come finirà l'intricata partita che dovrebbe portare ad un aiuto concreto ad aziende, giovani e lavoratori…in attesa del taglio del cuneo fiscale "a due cifre" promesso da Renzi.