L'emergenza disoccupazione impensierisce Matteo Renzi (e per forza...): il premier vuole accelerare sul Jobs Act, che tra i punti principali dovrebbe avere lo stop alle tutele dell'articolo 18 per i neo-assunti, il sussidio di disoccupazione per due anni massimo, il rilancio del contratto a tempo indeterminato, le politiche per il lavoro giovanile.

Il governo Renzi vuole presentare al Parlamento il Jobs Act in questo mese di marzo e sta lavorando duramente per farlo, tanto che già ieri c'è stato un primo vertice con il sottosegretario Graziano Delrio, il Ministro dell'Economia Padoan ed il Ministro del Lavoro Poletti.

Jobs Act: contratto a tempo indeterminato e stop all'articolo 18

Matteo Renzi vuole proprio cambiare tutto e punta a introdurre il contratto a tempo indeterminato a tutele progressive, ovvero un contratto che sia da subito senza termine ma con tutele inizialmente molto deboli, tanto che ad esempio per i primi tre anni l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non sarebbe applicato.

Insomma, le aziende dovrebbero assumere subito con contratto a tempo indeterminato ma con la possibilità di licenziare (si ipotizza una estensione dell'acausalità da 12 a 36 mesi): della serie "fatta la legge, trovato -subito- l'inganno"...

Jobs Act: sussidio di disoccupazione per due anni

Altro punto del piano-lavoro di Matteo Renzi è l'estensione del sussidio di disoccupazione praticamente a tutti i disoccupati, anche ai "collaboratori" (chi ha contratti a progetto, co.co.co ecc...

che comunque dovrebbero venire fortemente limitati); questo nuovo "sussidio di disoccupazione universale" sarebbe strutturato sui contributi, avrebbe requisiti meno vincolanti dell'Aspi (che prevede il requisito contributivo in almeno un anno di contribuzione contro la disoccupazione nel biennio precedente l'inizio del periodo di disoccupazione) con una durata massima di due anni, sempre però con l'obbligo di formazione-lavoro e ricerca di un'occupazione.

Jobs Act: politiche per il lavoro giovanile

Le politiche attive per rilanciare l'occupazione giovanile partirebbero con l'attuazione del piano europeo Garanzia Giovani per gli under 25, che per il nostro Paese prevede un fondo da 1,5 miliardi di euro per interventi sulla formazione-lavoro per giovani disoccupati e gli studenti appena usciti dalle scuole. Il Ministro del Lavoro del governo Letta, Enrico Giovannini, aveva già preparato il tutto, ora si attende il via ufficiale.