Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha portato alla direzione del Partito Democratico la sua proposta di riforma del lavoro, il cosiddetto Job Act, ricevendone il via libera alla presentazione al Senato, ma non senza resistenze e polemiche all'interno del gruppo dirigente.

La direzione ha affrontato anche altri temi importanti, come le riforme istituzionali del Titolo V della Costituzione e del Senato, ma che il lavoro sarebbe stato quello più caldo lo si è capito ancora prima di cominciare, con la contestazione al segretario da parte del coordinamento degli esodati fuori dalla sede del PD.

Aria di contestazione che si è ripresentata all'interno della direzione, con la minoranza del partito decisa a dare battaglia su alcuni punti della proposta di Renzi riguardanti il precariato.

I punti contestati

La minoranza della direzione, rappresentata dalla linea di Epifani, Civati e Fassina, contesta la durata del contratto a tempo determinato fissata a 36 mesi con 8 possibili rinnovi, ed i contratti di apprendistato.

Renzi è apparso fermo nell'affrontare la contestazione ribadendo che il "pacchetto lavoro" si prende così com'è. Saranno possibili modifiche e miglioramenti, ma non accetta stravolgimenti. Analoghi segnali di apertura a modifiche sono venuti dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Le voci di minoranza hanno dovuto arrendersi alla fermezza della linea della segreteria, ma non hanno mancato di far rilevare come in Commissione Lavoro, dove comincerà la discussione sul Job Act, e nei gruppi parlamentari, i numeri sono diversi.

In particolare, Guglielmo Epifani ha precisato che "saranno questi i voti che contano".

Una sottolineatura che Matteo Renzi ha bollato come "un incomprensibile ultimatum".

La partita non sembra quindi essersi chiusa in direzione e, in vista delle prossime elezioni europee, rischia di lasciare liberi un po' di voti a sinistra, dove avranno facile presa i vari Grillo, Vendola e la novità Tsipras.

Senza modifiche, sarà difficile far digerire all'ala sinistra del partito una legge che l'ex viceministro Fassina ha definito "scritta da Forza Italia".