Il cosiddetto Jobs Act di Matteo Renzi, il maxi provvedimento volto a rimettere in piedi il mercato del lavoro in Italia, mette in campo una serie di novità per quanto riguarda le tipologie contrattuali di lavoro. I punti principali di questo intervento riguardano i contratti di solidarietà, i contratti a tempo determinato, i contratti di apprendistato.

Contratti di solidarietà: ecco le novità del governo Renzi

Secondo quanto stabilito all'interno del cosiddetto Jobs Act di Matteo Renzi, il Ministro del Lavoro e il Ministro del Tesoro potranno stabilire nuovi criteri per individuazione dei datori di lavoro che potranno beneficiare di una riduzione contributiva per quanto riguarda i contratti di solidarietà che diviene di fatto un alternativa alle altre forme di ammortizzatori sociali messi in campo.

In più verranno sensibilmente aumentate le risorse rivolte a tale strumento: l'ultimo finanziamento risaliva al 2005 ed era di 5,6 milioni di euro, mentre l'asticella del limite di spesa è stata portata ora a 1 milioni di euro.

Contratti a tempo determinato: ecco le novità del governo Renzi

Sulla materia dei contratti a tempo determinato ci sono state le maggiori polemiche da parte soprattutto della CGIL. Secondo quanto previsto dal Jobs Act di Matteo Renzi, ecco le novità sulla tipologia di contratto di lavoro determinato:

  1. allungamento del periodo in cui la tipologia di lavoro determinato potrà essere utilizzato: si passerà dai 12 mesi ai 36 mesi senza più alcuna richiesta di una causale
  2. ci sarà il limite del 20% di lavoratori a tempo determinato per quanto riguarda l'organico
  3. le proroghe delle forme di contratto a tempo determinato passano a 8 (in passato si trattava di una sola volta), devono però essere riferite alla medesima attività lavorativa.

Contratti di apprendistato: ecco le novità del governo Renzi

Anche sulla materia dei contratti di apprendistato sono molte le novità contenute all'interno della riforma del mercato del lavoro di Renzi:

  1. la possibilità di assumere nuovi lavoratori secondo il contratto di solidarietà non è più connesso alla conferma di precedenti assunzioni di apprendisti nel momento in cui si chiude il cosiddetto periodo di formazione (ricordiamo che precedentemente il limite era stato fissato al 30%, in poche parole soltanto dopo aver assunto precedenti apprendisti era possibile proporre nuovi contratti di apprendistato)
  2. la retribuzione per quanto riguarda le cosiddette ore di formazione dovranno essere pari al 35% delle retribuzioni riferite al livello contrattuale di inquadramento
  3. i datori di lavoro non dovranno più ricorrere all'integrazione dei percorsi di formazione professionalizzanti da loro messi in campo con quelli della pubblica offerta formativa.

Analizzandole nello specifico, è chiaro che si tratti di novità che non possono far gioire i precari italiani.

Con l'aumento della discrezionalità nei contratti di apprendistato e con la possibilità di rinnovare fino a 8 volte i contratti a tempo determinato, è chiaro che le forme del precariato aumenteranno invece di diminuire.