Pensioni e permessi legge 104: negli scorsi mesi si è parlato a lungo delle penalizzazioni a carico delle famiglie dei disabili causate dalla riforma Fornero, in relazione alla pensione anticipata.

La legge di stabilità approvata dal governo Letta sul finire del 2013 aveva sanato questa ingiustizia, tornando a considerare come giorni effettivi di lavoro ai fini della pensione i periodi di congedo fruiti per l'assistenza ai disabili.

O almeno, così sembrava: a sollevare una polemica su questo punto, negli scorsi giorni, è stato il portale SuperAbile INAIL, sito web di informazione e di documentazione sulle tematiche della disabilità.

Vediamo di fare chiarezza e di capire dove risiede il problema.  

Permessi legge 104 e pensione anticipata: la penalizzazione della riforma Fornero 

Il decreto "Salva Italia" approvato dal governo Monti nel 2011 ha abolito la pensione di anzianità e ha stabilito che è possibile andare in pensione solo dopo aver maturato i requisiti anagrafici di vecchiaia. Al posto della pensione di anzianità è stata introdotta la pensione anticipata: è possibile ritirarsi dall'attività lavorativa prima di aver raggiunto i requisiti di vecchiaia, a patto che si abbia un certo numero di anni di contribuzione alle spalle.

La riforma delle pensioni Fornero ha poi introdotto penalizzazioni per chi chiede la pensione anticipata prima dei 62 anni.

Con il Milleproroghe 2012, in seguito, è stato stabilito che le riduzioni non sono applicabili nei confronti di chi matura il requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, ma solo nel caso che tale anzianità contributiva derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro.

Nei "periodi di prestazione effettiva" sono compresi i periodi di maternità, di assolvimento degli obblighi di leva, di malattia, infortunio e cassa integrazione ordinaria.

Non erano compresi, fino al dicembre dello scorso anno, i i giorni non lavorati per permessi e congedi previsti dalla legge 104.

Permessi legge 104 e pensione anticipata, l'allarme: 'la legge è sbagliata' 

Negli ultimi giorni del mese di dicembre 2013 è stata approvata, con grande clamore, una modifica legislativa attesa da tempo, destinata a porre fine fine alla penalizzazione appena descritta: una penalizzazione grave ai danni dei familiari delle persone disabili che richiedono la pensione anticipata. 

L'emendamento 
approvato nella legge di stabilità del governo Letta, che porta la firma della senatrice Pd Maria Grazia Gatti, considera come lavoro effettivo i periodi di
contribuzione figurativi riconosciuti a tali soggetti per l'assistenza ai parenti disabili ai sensi della legge 104, 
considerandoli validi ai fini del calcolo per la maturazione del
 diritto alla pensione.

Ma ecco il problema: il testo della legge stabilisce che ai fini della pensione valgano anche "i congedi e i permessi concessi ai sensi dell'articolo 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104". L'errore, fa notare SuperAbile, sta nel fatto che i congedi per l'assistenza ai disabili non sono previsti dall'art. 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, bensì dall'art. 42 del decreto legislativo 151/2001.

Un errore da nulla? Proprio il contrario: l'interpretazione della norma comporta non pochi problemi per chi ha fruito dei permessi ex legge 104. Al portale Inail stanno giungendo molte segnalazioni, in quanto alcuni uffici del personale stanno sollevando dubbi circa l'applicabilità della legge. 

Il diritto alla pensione anticipata di molti familiari di disabili, quindi, rischia di smaterializzarsi. Il neonato governo Renzi riuscirà a dare pronta risposta a questo problema?