Riforma Pensioni: il 2014 è iniziato portando con sè molte novità in ambito previdenziale, il governo Letta sembra (finalmente, a detta di molti) voler mettere mano al sistema introducendo molteplici cambiamenti. Ma prima di tutto, si attende la soluzione di questioni spinose come quella degli esodati e dei Quota 96: proprio su questo secondo versante negli ultimi giorni sono arrivate buone notizie.

Mentre è ancora sostanzialmente ferma la questione delle pensioni d'oro: la proposta di legge per limitare i privilegi e limare gli assegni previdenziali più alti è stata bloccata oggi in Commissione Lavoro.

Ecco tutti i dettagli.

Riforma pensioni: Quota 96, scadenze stringenti

Negli scorsi giorni a risollevare le speranze dei Quota 96 è arrivata la notizia dell'approvazione del nuovo testo unificato C. 249 Ghizzoni e C. 1186 Marzana da parte della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera.

Il nuovo testo, lo ricordiamo, estende la possibilità del pensionamento con i requisiti pre-vigenti la riforma Fornero al personale della scuola che abbia raggiunto tali requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012. La possibilità è limitata a 4 mila soggetti, per evitare nuovi stop legati alla carenza di risorse.

Diffuso l'ottimismo tra i sindacati del settore e tra i deputati impegnati su questo fronte, prima tra tutti Manuela Ghizzoni, anche se manca ancora il sì definitivo della Commissione Bilancio, che sarà chiamata ad esprimersi sulla questione mercoledì 5 febbraio. 

Riforma pensioni: non passa la proposta di Fratelli d'Italia sugli assegni d'oro

La Commissione Lavoro della Camera, riunitasi il 3 febbraio, non ha trovato un accordo per un testo condiviso sulle pensioni d'oro.

Il testo base su cui si lavorava era la proposta di legge di Fratelli d'Italia, che prevede di stabilire un tetto massimo per le pensioni, soglia oltre la quale ricalcolare gli importi con il metodo contributivo. Le somme recuperate tramite questi tagli dovrebbero essere poi utilizzate per finanziare le pensioni minime e quelle di invalidità.

Il punto su cui non si è trovato un accordo è proprio il tetto, che Giorgia Meloni, deputata di FdI proponeva di fissare a 3.200 euro netti, inclusa la previdenza integrativa e quella complementare. A votare contro è stata la maggioranza. 

I rappresentanti del PD in commissione ravvisano nel testo base "errori grossolani", sollevando "dubbi sull'efficacia del ricalcolo e sulla costituzionalità".

Proprio la costituzionalità, lo ricordiamo, è stato lo scoglio contro cui si sono infranti tutti i precedenti contributi di solidarietà introdotti negli scorsi anni.

"Vogliamo affrontare il problema delle pensioni di importo elevato con serietà ed evitando problemi come quelli già avvenuti in passato in tema di pensioni", afferma infatti la relatrice Maria Luisa Gnecchi

"Oggi abbiamo assistito a un episodio di estremo squallore" è il commento, invece, di Giorgia Meloni, che spera ancora si possa arrivare ad un testo condiviso.