Il cambio di governo che si sta consumando in queste ore, oltre a sconvolgere il micro cosmo di politica ed istituzionali nazionali, sta contribuendo a riaccendere il dibattito su alcuni dei temi più caldi e controversi del momento; ci stiamo riferendo al caso della Riforma delle pensioni 2014, con precoci, Quota 96 ed esodati rimasti fortemente delusi dalla politica di intervento attuata dal precedente esecutivo e fiduciosi che con un governo Renzi la musica possa cambiare.



L’origine delle crepe che oggi percorrono il sistema previdenziale e pensionistico italiano risiede nella legge Fornero, con precoci, Quota 96 ed esodati ad invocare da mesi una riforma del dispositivo legislativo introdotto dall’ex ministra.

Piuttosto che a questo, il governo Letta ha però puntato alla predisposizione di strumenti da potersi adottare su base volontaristica da parte dei lavoratori (pensiamo al prestito INPS o al prestito d’onore), probabilmente per mancanza di fondi ma più certamente per carenze di idee. Il governo Renzi potrà dare impulso al caso Riforma Pensioni 2014 mettendo un punto alle vicende di precoci, Quota 96 ed esodati? Cerchiamo di analizzare gli scenari futuri.

Riforma pensioni 2014: precoci, Quota 96 ed esodati - Si ad una modifica della legge Fornero senza stravolgimenti, possibile l’introduzione di un reddito minimo garantito

In precedenza, Matteo Renzi è stato tra i più attivi nel commentare la situazione connessa alla riforma delle pensioni 2014, sottolineando a più riprese la necessità di modificare la Legge Fornero pur senza stravolgimenti. L’intenzione dunque c’è, il problema sarà reperire le risorse necessarie per compiere il passo.



In particolare Quota 96 ed esodati lottano da mesi contro la criticità legata alla mancanza di fondi, e adesso che la Ragioneria di Stato ne ha accomunato le sorti il tutto si è fatto più problematico; la Ragioneria non vuole infatti erogare fondi per chiudere il caso Quota 96 e consentir loro di andare in pensione grazie alle norme contenute nella proposta Ghizzoni, sottolineando come al momento sia prioritario concentrarsi sul caso esodati, senza lavoro né diritto alla pensione (contrariamente ai Quota 96 che hanno invece assicurato l’uno e l’altro).



I lavoratori precoci dal canto loro vorrebbero invece una modifica delle norme che attualmente regolamentano le penalizzazioni previste per l’uscita anticipata dal lavoro, ma a parte le richieste dei sindacati il governo Letta non si è mai concretamente mosso verso questa direzione. Oltre alla modifica della legge Fornero, l’avvento del governo Renzi potrebbe apportare un’altra interessante novità qualora Tito Boeri divenisse il nuovo ministro del lavoro. Qualche tempo fa, Boeri avanzò infatti l’ipotesi relativa al riconoscimento di un reddito minimo garantito, con la possibilità di erogare un cifra minima, 400-500 euro al mese, che funga da integrazione al reddito già percepito.



Le basi perché la vicenda connessa alla riforma delle pensioni 2014 si chiuda ci sono in definitiva  tutte: precoci, Quota 96 ed esodati - per quest’ultimi rimane da verificare la disponibilità del nuovo governo a portare avanti un disegno di legge ad hoc come promesso qualche settimana fa dalla Boldrini - sperano e attendono. Solo il tempo potrà consegnare la verità.