Sono giorni decisivi quelli che sta vivendo l’Italia: in queste ore e probabilmente per tutta la settimana il premier incaricato Matteo Renzi procederà con le consultazioni indispensabili a formare il nuovo esecutivo; una volta insediatosi, il governo dovrà affrontare numerosi temi caldi, in primis quello costituito dal capitolo riforma pensioni 2014.



Precoci, esodati e usuranti attendono da mesi una risoluzione della propria vicenda, con l’incapacità nel fornire soluzioni concrete ad aver costituito uno dei più grandi fallimenti del governo Letta; in questi mesi, l’ex sindaco di Firenze e nuovo premier ha spesso offerto il proprio contributo riguardo al tema della riforma delle Pensioni 2014, sottolineando come fosse necessario modificare la legge Fornero (pur senza stravolgerla) ed implementare misure idonee ad incrementare la flessibilità in uscita.

Dichiarazioni molto simili nella sostanza a quelle rilasciate dal membro Pd Cesare Damiano, stando al quale la minoranza del partito sta mettendo a punto un documento che indichi le priorità del futuro Governo. In testa ovviamente un ricalibro del sistema pensionistico, ma quali sono con precisione gli scenari che attendono precoci, esodati e usuranti nell’era Renzi?

Riforma pensioni 2014: precoci, esodati e usuranti tra pensione anticipata e reddito minimo garantito

Non appena si sarà insediato, sarà molto importante comprendere il tipo di strategia che vorrà adottare il governo Renzi in tema di riforma delle pensioni 2014, se di continuità con quanto di buono fatto dal governo Letta (a dire il vero ben poco) o di totale rottura. Il precedente esecutivo non è riuscito ad andare al di là di alcune interessanti proposte, quali ad esempio l’idea di assicurare una pensione anticipata a tutti i lavoratori che accettino di abbandonare anticipatamente l’attività lavorativa a fronte dell’erogazione di un prestito pagato dall’INPS.



In tema di pensione anticipata però, i sindacati dei lavoratori precoci e usuranti hanno più volte sottolineato che vorrebbero una depenalizzazione delle norme che regolamentano l’accesso alla stessa pensione anticipata, rigettando dunque qualsiasi ipotesi di messa a punto di particolari strumenti che ne consentirebbero una fruizione indiretta. Gli esodati sono invece rimasti alla promessa fatta dalla presidente Boldrini, che ha assicurato l’approvazione di un disegno di legge ad hoc entro il mese di marzo; anche in questo caso bisognerà però capire se il governo Renzi sceglierà la strada della continuità o quella della rottura. Noi pensiamo francamente alla seconda strada.



E allora potrebbe prendere quota l’ipotesi di assicurare un reddito minimo garantito ai lavoratori, una cifra erogata mensilmente e non superiore ai 500 euro che fungerebbe da integrazione al reddito già percepito. L’idea è stata presentata qualche tempo fa dall’economista Tito Boeri, che stando agli ‘rumor’connessi al toto ministri potrebbe prendere il posto di Giovannini come ministro del lavoro.



Ovviamente  siamo nel campo delle ipotesi, le uniche che al momento consentano di fare un po’ di luce sul tormentato caso relativo alla riforma delle pensioni 2014: il governo Renzi potrebbe certamente imprimere un’importante accelerata verso la risoluzione dei casi precoci, esodati e usuranti, ma tutto dipenderà dal reperimento delle risorse necessarie, altro punto con riferimento al quale il governo Letta si è mostrato fin troppo carente.