Riforma delle Pensioni 2014: quali saranno le prospettive di cambiamento del sistema previdenziale con il neonato governo Renzi? In molti negli scorsi giorni si sono posti questa domanda, tanto più dopo la nomina di Giuliano Poletti a ministro del Lavoro.

Vediamo il profilo di Poletti e le questioni irrisolte che egli eredita dalle amministrazioni precedenti: primi tra tutti, sul fronte pensioni, gli esodati ancora senza copertura, i Quota 96 della scuola, i lavoratori precoci e coloro che svolgono mestieri usuranti.

Identikit del nuovo ministro del lavoro Poletti

Giuliano Poletti, 62 anni, è il nuovo ministro del Lavoro e delle politiche sociali nel governo Renzi.

Il premier, uscendo dal lungo incontro con Napolitano, ha affermato che gli piacerebbe affidargli anche la delega al terzo settore, un comparto cruciale.

Poletti, sposato e con due figli, ha alle spalle una lunga esperienza nel mondo delle cooperative: dal 2002 è presidente della Legacoop e dal 2013 l'Alleanza delle Cooperative, nata tra cooperative rosse e bianche. Valutata da più parti come positiva la sua provenienza dal mondo del lavoro reale, e la sua concreta esperienza di dialogo con le parti sociali.

Legacoop riunisce oltre 15 mila imprese cooperative, e in questi tempi di emorragia occupazionale è stata, in controtendenza, capace di aumentare il numero dei suoi dipendenti: + 2,6%, da 480.435 a 492.995, dal 2011 al 2012.

Le parole chiave dell'operato di Poletti, e del suo programma di governo d'ora in avanti, sono secondo i maggiori organi di stampa riassumibili in: riorganizzazione della giungla contrattuale; crediti d'imposta significativi per chi assume e incentivi per l'imprenditoria femminile, giovanile, innovativa; stimolo alle aggregazioni tra Pmi, accelerazione al rimborso dei debiti della Pa alle imprese, impulso alla partnership pubblico-privato.

Riforma pensioni 2014: i nodi più urgenti da sciogliere per il neoministro Poletti

Le sfide più urgenti per Poletti sono in generale il contrasto alla crescente disoccupazione in Italia e 160 vertenze di aziende in crisi che sono già sul tavolo, da affrontare insieme al ministro per lo sviluppo.

Ma sul piano previdenziale, i temi caldi riguardano in primo luogo gli esodati.

Molte delle "vittime della Fornero" sono ancora nel limbo, senza più lavoro e senza ancora pensione. Ma anche chi ha baneficiato dei decreti di salvaguardia non è messo meglio. L'ultimo rapporto dell'Inps risalente al 20 gennaio scorso fa luce su numeri allarmanti: ad oggi, solo un esodato su 5 tra i salvaguardati riceve regolarmente la pensione. Gli esodati che hanno effettivamente ottenuto la liqudazione dell'assegno pensionistico sono precisamente 33.147, su un totale di 162.147 posizioni salvaguardate nei cinque provvedimenti successivi.

Ad attendere risposta urgente dal nuovo governo anche i lavoratori precoci e chi svolge mestieri usuranti, e i Quota 96 della scuola, vittime di un errore della riforma Fornero che non ha considerato la peculiarità del calendario scolastico.

Tra i Quota 96 è ancora cocente la delusione per l'ennesimo rinvio della Commissione Bilancio della Camera, il 13 febbraio scorso. L'iter parlamentare del nuovo testo unificato C. 249 Ghizzoni e C. 1186 Marzana, che estende la possibilità del pensionamento con i requisiti pre-vigenti la riforma Fornero al personale scolastico che abbia raggiunto tali requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, si è incagliato nuovamente.

E gli interessati tentano di fare pressione sul nuovo governo al grido di "No pensione? No voto!". Quale sarà la risposta del governo Renzi, e in particolare del ministro Poletti, su questi temi?