Che ci sia un problema per quanto riguarda l'applicazione della riforma delle Pensioni Fornero è oramai ben chiaro. I problemi era cominciati l'anno scorso con la questione dei cosiddetti esodati, questione in parte ancora irrisolta, e prosegue in questo 2014 con altre storture che il legislatore non riesce a raddrizzare. A una situazione già di per sé complessa e articolata, vedi questione Quota 96 e pensioni scuola, si aggiunge la crisi nella governance dell'Inps, il massimo istituto previdenziale italiano, dovuto alle dimissioni per così dire forzate di Mastrapasqua, che lascia tra l'altro un bilancio in rosso di più di 5 miliardi di euro.

In questo articolo, dunque, cercheremo di identificare alcune prospettive per il futuro e analizzeremo in particolar modo la questione dei cosiddetti Quota 96 e in generale delle pensioni scuola.

Riforma delle pensioni 2014: la governance INPS e la debolezza politica del governo Letta

Nel momento in cui si stava cercando di affrontare tutte le storture della riforma delle pensioni Fornero, ecco che compare il problema della governance INPS. Noi abbiamo già avuto modo di dire in altri interventi inerenti la questione delle pensioni che la riforma Fornero, proprio per tutte le contraddizioni che ha portato con sé, dovrebbe essere totalmente ripensata e dunque riscritta. Il governo Letta però non sembra intenzionato a svolgere un lavoro di questo tipo e le motivazioni sono essenzialmente due, una politica e una economica.

La motivazione politica è la fragilità di un governo di unità nazionale o di larghe intese che è sempre sul punto di subire lo scossone definitivo; in poche parole senza una decisione politica forte, risulta tutto più difficile, e così di tanto in tanto si parla di Letta bis, di Matteo Renzi alla guida di un nuovo governo, di elezioni anticipate, è chiaro che questo non può essere il clima politico all'interno del quale maturare decisioni politiche di questa complessità.

Riforma delle pensioni 2014: la debolezza economica del paese e del governo Letta

L'altro problema riguarda la debolezza economica del paese. Una riforma strutturale delle pensioni non può prescindere dal fatto che l'istituto previdenziale di un paese deve godere di ottima salute e deve essere oggetto di investimenti.

La crisi della governance dell'INPS non è soltanto politica ma anche economica. Mastrapasqua ha lasciato un buco di 5 miliardi di euro, buco che prima o poi andrà colmato. In questo clima di crisi economica generalizzata e di crisi economica specifica dell'INPS sembra realmente difficile che un governo tanto debole possa fare una riforma delle pensioni strutturata.

Riforma delle pensioni 2014: Quota 96 e pensioni scuola, ultime notizie

La data del 5 febbraio sarebbe dovuta essere quella decisiva per risolvere la questione dei Quota 96 e delle pensioni scuola, e invece tutto è stato ancora una volta rinviato. I Quota 96 rappresentano una delle più grosse irrazionalità contenute nella riforma Fornero, che non ha previsto che per il comparto scuola le annualità si calcolano in maniera differente e la scadenza di un anno lavorativo non è a dicembre ma a luglio.

Il disegno di legge unificato delle proposte di Manuele Ghizzoni (PD) e Maria Marzana (M5S), che prevede l'estensione dei requisiti pre-Fornero al personale della scuola che ha maturato i requisiti entro l'anno 2011-2012, è fermo ancora alla Commissione Bilancio. Ancora una volta si incrociano nella questione dei Quota 96 e delle pensioni di vecchiaia della scuola, una debolezza politica e una debolezza economica.