La vicenda Pensioni Quota 96 Scuola è giunta al bivio decisivo; domani pomeriggio la Commissione Bilancio esaminerà il nuovo testo Ghizzoni-Marzana, e nonostante un primo cauto ottimismo serpeggiano sconforto e un pizzico di paura.



Kiara Farigu, componente del direttivo nazionale del Comitato Civico Quota 96, ha rilasciato un interessante intervista al Gazzettino di Napoli, spiegando nel dettaglio quali sono i motivi per i quali la Rds (Ragioneria di Stato) potrebbe nuovamente bocciare il testo della Ghizzoni. Come se non bastasse Repubblica ha diffuso le prime proiezioni relative alle domande di pensionamento che verranno inoltrate in questo 2014 da docenti e personale Ata, sottolineando come le richieste di uscita dal lavoro saranno presentate in massa, ‘un chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria’ ha commentato a riguardo il segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima.

Entriamo adesso nel dettaglio e cerchiamo di comprendere cosa può accadere nell’incontro di domani e perché la vicenda Pensioni Quota 96 Scuola rischia di non concludersi.

Pensioni Quota 96 Scuola: ecco perché la Ragioneria di Stato vorrebbe dire no

Il componente del direttivo nazionale del Comitato Civico Quota 96, Kiara Farigu, ha sottolineato in un’interessante intervista per quale motivo la Ragioneria di Stato vorrebbe ancora una volta bocciare il testo della Ghizzoni: ‘La Ragioneria dello Stato ha sollevato obiezioni e dubbi, sia sui costi che sulla platea dei beneficiari. Obiezioni a nostro parere strumentali, non tengono infatti in alcun conto la convergenza politica che tenta di rimediare ad un errore burocratico’.



Secondo Kiara Farigu, il peccato originale è insito nella riforma Fornero, che ‘varata frettolosamente, non prevedeva gradualità nell’innalzamento dell’età pensionabile e non teneva conto della specificità del comparto Scuola. Un comparto che lavora per anno scolastico e non per anno solare. L’unica finestra di uscita è il 1° settembre. Un docente  che  maturasse i titoli per andare in pensione il 1° gennaio non  può farlo, deve  garantire la continuità didattica e rimanere in servizio fino al 31 di agosto’. In ultimo la componente del Comitato Civico Quota 96 ha tenuto a precisare che ‘i beneficiari censiti dal MIUR sono 3976, mentre il d.l. ne prevede 4.000. I costi non sarebbero elevati anche in considerazione del risparmio che si ottiene pagando stipendi inferiori ai nuovi assunti rispetto a quelli di lavoratori dell’ultima fascia stipendiale’. Insomma dubbi e controsensi rischiano ancora una volta di far allungare i tempi della vicenda Pensioni Quota 96 Scuola.

Pensioni Quota 96 Scuola: grido d’allarme dei professori

‘Siamo stufi mandateci in pensione’: sembra questo il grido d’allarme lanciato dai professori, che in questo 2014 abbandoneranno in massa la Scuola inviando istanza di pensionamento; il governo Monti aveva in pratica bloccato in cattedra migliaia di insegnanti, ma adesso, stando ai dati diffusi da Repubblica, chi matura il diritto alla pensione fugge immediatamente.



Le domande sono già state oltre 12.000, + 15% rispetto allo scorso anno, e sono previste molte altre istanze fino al 14 febbraio, data ultima per l’inoltro: numerose le motivazioni che spiegano un simile atteggiamento, in primis gli stipendi, tra i più bassi d’Europa, e in secondo luogo il venire meno degli scatti di stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell’inflazione, bloccati da tempo per volere del governo Monti.



Tornando al caso Quota 96, non resta che attendere altri due giorni, dopo di che tutto sarà più chiaro. L’auspicio è che La Rds ponga fine al caso Pensioni Quota 96 dando finalmente il via libera al testo Ghizzoni-Marzana.