Il dibattito sulle pensioni per i lavoratori precoci continua a farsi sempre più acceso: l’ipotesi più concreta è il prestito Inps proposto mesi orsono da Giovannini, anche se in più di una circostanza giuslavoristi e sindacati hanno manifestato l’esigenza di dover lavorare anche in un’ottica di sgravio delle penalizzazioni attualmente previste per i lavoratori precoci che desiderino accedere ad una pensione anticipata. Nell’uno e nell’altro caso, il primo passo è sempre il medesimo: rigettare la riforma Fornero, lasciandosi così alle spalle una delle leggi più controverse, discusse e dibattute degli ultimi anni.





Facciamo adesso il punto sul caso Pensioni lavoratori precoci, esaminando i possibili scenari in caso di nuovo governo e le dichiarazioni rilasciate da Cesare Damiano in tema di flessibilità.

Pensioni lavoratori precoci: prestito INPS e pensione anticipata – Damiano parla di flessibilità, rimpasto di governo la chiave

La vera e concreta novità per i lavoratori precoci in questo 2014 potrebbe arrivare dal prestito INPS messo a punto dal ministro del lavoro Giovannini, un’ipotesi interessante che consentirebbe l’uscita anticipata dal lavoro (una sorta di pensione anticipata mascherata) due o tre anni prima di aver maturato il diritto alla pensione percependo nel frattempo un prestito erogato dall’INPS. Una volta maturato il diritto alla pensione, i lavoratori precoci potrebbero renderebbero il tutto sottoforma di trattenuta diretta sugli assegni mensili. Pur trovando il parere favorevole di molti esperti del settore, l’ipotesi di Giovannini appare al momento bloccata da tutta una serie di dettagli tecnici che vanno limati prima di poter formulare una qualche soluzione pratica.



Altro punto importante al quale si lavora è l’incremento della flessibilità, ‘dovuta’ stando alle dichiarazioni rilasciate da Cesare Damiano al Sussidiario.net: ‘Continuo a sostenere la flessibilità in uscita anche se costa. Con la drastica, anzi draconiana riforma Fornero, tra il 2020 e il 2060 dalle pensioni verranno drenate risorse superiori ai 300 miliardi di euro. Una cifra imponente di trasferimento da stato sociale a debito. E io penso che possa essere restituita ai pensionati in termini di flessibilità’.



Mentre i sindacati continuano a chiedere a gran voce una depenalizzazione delle norme che regolamentano le penalizzazioni previste per l’accesso alla pensione anticipata, si inizia a pensare che solo un rimpasto di governo potrebbe consentire la chiusura del caso Pensioni lavoratori precoci: un esecutivo con Renzi leader ed Epifani ministro del lavoro potrebbe imprimere la giusta accelerata, considerato in particolare come i due non abbiano mai nascosto la disaffezione verso la riforma Fornero e la necessità di dover invertire la rotta rispetto alla via che la riforma stessa ha tracciato.



A proposito di iniquità scatenate dalla riforma Fornero, domani si deciderà il destino dei cosiddetti Quota 96, anche se le premesse non paiono delle migliori.