Continua a tenere banco il dibattito sulle Pensioni 2014 INPS: in un momento che appare estremamente cruciale per i Quota 96 giungono importanti novità anche in tema di esodati e precoci, con una nuova proposta formulata dalla Lega e limitata però al solo contesto della Regione Lombardia. A livello nazionale, esodati, usuranti e precoci ripongono ogni speranza nella particolare formula di prepensionamento avanzata da Giovannini, che tramite l’erogazione di un prestito pagato dall’INPS vorrebbe destinare a queste categorie di lavoratori degli ammortizzatori sociali che risultino in grado di scandirne il cammino sino alla pensione.





Importanti novità anche sul fronte pensioni d’oro, con la Commissione Lavoro che ha bocciato il ddl Meloni. Facciamo allora il punto sulle Pensioni 2014 INPS concentrandoci su esodati, precoci, prepensionamento e ddl Meloni in tema di pensioni d’oro.

Pensioni 2014 INPS: esodati, precoci e prepensionamento - La proposta della Lega

Le più interessanti novità in tema di esodati arrivano dalla Lega Nord, che in occasione del consiglio regionale della Lombardia ha proposto la predisposizione di un prestito d’onore da destinarsi agli stessi esodati sino a che non maturino il diritto alla pensione. L’idea altro non è se non la riproposizione in ambito regionale dell’ipotesi del prepensionamento con prestito INPS avanzata da Giovannini alcuni mesi fa.



Entrambe le vie costituirebbero un’ottima soluzione per precoci, usuranti ed esodati, considerato che al momento non vengono studiante misure differenti o commisurate sul particolare status di tali lavoratori; tutto il contrario di quanto accaduto in tema di Quota 96, individuati e riconosciuti come categoria a se stante sin dall’inizio.



Avanti tutta dunque sull’idea del prepensionamento con prestito INPS di Giovannini: al momento si stanno limando gli ultimi aspetti tecnici, dopo di che la proposta verrà ufficialmente formulata alle parti sociali.

Pensioni 2014 INPS: la Commissione Lavoro boccia il ddl Meloni sulle pensioni d’oro

Brutta battuta d’arresto per il ddl Meloni sulle pensioni d’oro, che nonostante le migliorie e le correzioni apportate rispetto all’ultima versione non ha superato il banco di prova costituito dalla Commissione Lavoro: la maggioranza ha difatti votato un emendamento soppressivo rifiutando nettamente il tetto a ‘3.200 euro netti’ (inclusa la previdenza integrativa e quella complementare) e motivando la cosa con la necessità di dover affrontare il problema con maggiore serenità dopo le ultime nefaste vicende in tema di pensioni.



Decisamente delusa la promotrice del ddl, la presidente di Fratelli d‘Italia Giorgia Meloni, stando alla quale con questa decisione ‘la Commissione dimostra che non si vuole intervenire sulle pensioni d’oro. E' un segnale pessimo, ha concluso la Meloni, che il Parlamento manda di se stesso’.