Il governo Renzi oramai è una realtà, dopo il giuramento di ieri, già da oggi la nuova squadra dovrà mettersi al lavoro. L'impegno del governo Renzi verterà soprattutto, come è logico in tempo di crisi, sulle questioni economiche che precludono la crescita del paese. E così in questo articolo, a partire dalla nomina dei nuovi ministri del Lavoro e dell'Economia cercheremo di capire cosa dobbiamo attenderci per questo 2014 sul versante delle Pensioni (le questioni irrisolta di esodati, pensioni anticipate, vecchiaia e anzianità) e sul versante del mercato del lavoro.

Ricordando che le due questioni sono strettamente collegate.

Pensioni 2014, governo Renzi: il problema del comparto pensionistico

Il nuovo ministro dell'Economia Padoan e il nuovo ministro del Lavoro Poletti già in passato hanno rilasciato dichiarazioni secondo le quali la riforma delle pensioni targata Fornero non andava cambiata nell'impianto generale ma andava soltanto razionalizzata attraverso norme che risolvessero la questione degli esodati, delle uscite anticipate, rivedendo leggermente i coefficienti e i requisiti per le pensioni di vecchiaia e anzianità.

In questo senso, gli eventuali aggiustamenti del comparto pensionistico saranno soggetti soprattutto alle politiche del lavoro che il governo metterà in piedi.

Certo, la speranza è che il governo Renzi non abbia le mani legate politicamente e che riesca realmente a razionalizzare e raddrizzare le storture legate alla riforma Fornero. Cosa che non è sicura. Bisognerà stare a vedere.

Pensioni 2014, governo Renzi: le questioni del mercato del lavoro

Il problema fondamentale della riforma delle pensioni targata Fornero è il blocco del turn over nel mercato del lavoro.

Si tratta di una conseguenza logica, nel momento in cui si allunga l'età pensionistica è chiaro che si ritarda anche l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. In questo senso, il governo Renzi si dovrà muovere soprattutto per trovare gli strumenti adatti per permettere un'uscita anticipata. Il prestito pensionistico non sembra essere una delle priorità di questo governo, dunque bisognerà vedere quali proposte usciranno nel breve periodo.

Intanto, però, è possibile già cercare di capire verso quale direzione sta andando il mercato del lavoro. Analizzando il programma del neo ministro Poletti, possiamo già identificare alcune priorità: 1) contratto a tempo indeterminato per i neoassunti anche se, per i primi tre anni, non vi saranno le coperture dell'art. 18; 2) contratti flessibili ammessi soltanto per esigenze di produzione; 3) nuovo sussidio di disoccupazione, universale e uguale per tutti con obbligo di frequenza di corsi di formazione in vista del reinserimento nel mercato del lavoro; 4) riforma di tutte le agenzie del lavoro e dei centri per l'impiego, che andranno subordinati a una Agenzia unica; 5) riforma della legge sulla rappresentanza sindacale.

Pensioni 2014, governo Renzi: il problema di fondo

La questione di fondo per cui il governo Renzi è interessato a una riforma del mercato del lavoro, ma lo è molto di meno rispetto a una riforma delle pensioni riguarda essenzialmente la sostenibilità del sistema previdenziale. Il problema è tutto italiano ma il timore è che, per mancanza soprattutto di volontà politica legata alla debolezza di un governo che non nasce certo forte, tutto possa restare inalterato.