Con l'entrata in vigore della legge n. 214/2011 è mutato radicalmente lo scenario pensionistico italiano. Attualmente il sistema previdenziale si basa sull'apporto contributivo dell'intera vita lavorativa di un soggetto e il calcolo non viene più effettuato basandosi sulle ultime retribuzioni percepite da un lavoratore; la riforma sulle Pensioni inoltre ha previsto una sola forma di previdenza obbligatoria in relazione all'età, ovvero la pensione contributiva di vecchiaia, eliminando definitivamente quella di anzianità, che viene sostituita/rimpiazzata dalla pensione anticipata.

Il sistema previdenziale, dal 2012, ruota intorno a queste due tipologie di trattamento: pensione contributiva di vecchiaia e pensione anticipata. Vi è da dire inoltre, che fino all'anno 2015, con possibilità di ulteriore proroga, è in essere la c.d. "opzione donna", una modalità sperimentale riservata alle donne lavoratrici che consente di accedere alla pensione in base ad un calcolo solo contributivo purché abbiano almeno 57 anni. Maggiori informazioni in questo articolo.

Requisiti per la pensione contributiva di vecchiaia: è necessario il raggiungimento sia del requisito anagrafico che di quello contributivo: gli uomini, lavoratori dipendenti, devono aver maturato 66 anni e 3 mesi (fino al 2015); le donne dipendenti andranno in pensione, nel 2014 e fino al 2015, con almeno 63 anni e 9 mesi.

L'aumento dell'età pensionabile è attuato in conformità con l'andamento europeo, pertanto, in virtù dell'aumento progressivo, le donne entro il 2018 conseguiranno la pensione a 66 anni, ed i requisiti per uomini e donne dovranno essere gli stessi. Quindi, nel 2016, per le donne la pensione scatterà a 65 anni e 3 mesi, per poi eguagliare i requisiti nel 2018, quando potranno accedere al trattamento pensionistico a 66 anni e 3 mesi.

Per le donne lavoratrici autonome e per quelle iscritte alla gestione separata, invece, i requisiti anagrafici maturano con il compimento di 64 anni e 9 mesi fino al 2015; poi entro il 2018 dovranno avere 66 anni e tre mesi.

Le donne impiegate nel settore pubblico, già da quest'anno 2014 potranno conseguire la pensione con 66 anni e 3 mesi d'età.

Pensione anticipata: essa viene accordata già dal 2012 a chi ha almeno un'anzianità contributiva di 42 anni ed un mese (se uomini), oppure di 41 anni ed un mese (sia donne dipendenti nel settore pubblico e privato). Sempre in linea con l'aumento progressivo, nel 2014, i contributi per gli uomini sono passati a 42 anni e mesi 6, e per le donne a 41 anni e 6 mesi.

Fino al 2015 è prevista una sperimentazione per le donne che potranno andare in pensione calcolando solo i contributi (minimo 35 anni di anzianità contributiva e 57 anni di età). Il pagamento della pensione avviene dopo 12 mesi, per le donne dipendenti, e dopo 18 mesi per le donne lavoratrici autonome.