Nel mentre l'Europa bacchetta l'Italia per l'"inadeguato" ammontare delle pensioni minime, non sufficiente a garantire lo stesso tenore di vita agli anziani con il resto della popolazione, dal confronto tra il bilancio preventivo dell'Inps per il 2014 ed il bilancio sociale del 2012, risalta in modo evidente che nel 2013 sono stati state liquidate 649.621 nuove pensioni con un calo del 43% rispetto ai 1.146.340 liquidati nel 2012. Questi dati dimostrano la forte incidenza della riforma Fornero sulle domande di pensionamento.

Disoccupazione giovanile

Il calo delle prestazioni pensionistiche sta a significare anche che è in atto in Italia un processo di espulsione dal mondo del lavoro delle fasce giovanili.

Giovani che fanno sempre più fatica ad entrare nel mondo "dei grandi", per carenza occupazionale. La legge Fornero, con l'aumento dell'età pensionabile, ha messo in moto un meccanismo tale da non rendere agevole la ricerca di un'occupazione da parte di chi un lavoro non ce l'ha. E i dati sull'occupazione sono significativi in tal senso. Gli ultimi dati Istat sul lavoro, in particolare sull'occupazione giovanile sono sconfortanti:il numero dei giovani (15-24 anni) senza lavoro è salito al 41,2%. Si tratta di un record storico assoluto. Il tasso di disoccupazione generale si attesta ben oltre 12%.

Le nuove norme della Legge Fornero

Per meglio comprendere i dati suesposti ricordiamo che nel 2013si sono consolidate le nuove regole previste dalla riforma Monti-Fornero per il pensionamento.

E cioè:

  • pensione anticipata, per richiedere la pensione anticipata i requisiti minimi sono 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne;

  • pensioni vecchiaia, i lavoratori dipendenti e le donne del pubblico impiego dovranno aver compiuto i 66 anni e 3 mesi d'età con almeno 20 anni di contributi, ridotti a 13 se maturati prima del 1993;

  • pensione vecchiaia per le donne, 64 anni e 9 mesi per le lavoratrici autonome e 63 anni e nove mesi per le dipendenti.