Non bastano le parole rassicuranti del Premier Matteo Renzi sulla Scuola. L'educazione "è il motore dello sviluppo" egli ha affermato al momento della richiesta della fiducia al Senato. Bisogna che alle parole seguano le azioni concrete. I fatti. Non basta andare in giro per le scuole d'Italia. Di problemi sul tavolo del neonato governo Renzi, ma in particolare sulla scrivania della ministra prof.ssa Stefania Giannini, ve ne sono alcuni che attendono una risposta da troppo tempo. Diremmo, senza timore di essere smentiti, da anni. I soldi alla scuola servono, sia per qualificare ed aggiornare il personale, ma anche per risolvere problemi vecchi.

Le questioni irrisolte

  • Vedi la questione dei quota 96, non ancora risolta nonostante le tante promesse e le tante parole spese da oltre due anni a questa parte, a causa dell'ingiustizia subita dalla legge sulle pensioni "partorita" dal duo Fornero-Monti. Nonostante vi sia una proposta di legge (la Ghizzoni-Marzana) che prevede di poter mandare in pensione questo personale ingabbiato dalla citata legge sulle pensioni, con le modalità ante Fornero;
  • Vedi la questione sulla validità ed applicabilità del Diploma magistrale quale diploma abilitante all'insegnamento. Su tale questione si è pronunciata la Corte europea intimando all'Italia il riconoscimento, del resto cosa nota alle cronache scolastiche, della validità del diploma Magistrale conseguito entro l 'anno scolastico 2001/2002, in modo da garantire il diritto ad essere inseriti nella seconda fascia delle graduatorie d'Istituto, come avviene per gli abilitati in Scienza della Formazione Primaria e avere, quindi, opportunità maggiori di effettuare supplenze;
  • Vedi la questione dei collaboratori scolastici (ex bidelli), sono circa 24 mila, che rischiano il licenziamento, sebbene per loro ci sia una proroga del contratto di un mese.

Questi solo per citarne alcuni che ci appaiono al momento urgenti. Prossimamente faremo un'analisi più dettagliata e completa.