Riforma Pensioni, il dibattito si fa sempre più vivo. Nell'ambito del sistema previdenziale, l'argomento principale in questo periodo è sicuramente la pensione anticipata: il governo sta studiando le modalità per consentire ai lavoratori di ritirarsi dall'attività prima del raggiungimento dei requisiti.

Una possibilità che si fa tanto più appetibile con l'entrata in vigore dei nuovi limiti imposti dalla riforma Fornero. Ma come garantirla? Le ipotesi formulate dalla politica sono molte: vediamo le principali.

Riforma pensioni, il prestito pensionistico di Giovannini

La più recente proposta per la pensione anticipata formulata dal ministro del lavoro Enrico Giovannini prevede uno schema basato sul triplice contributo dello Stato, del lavoratore interessato e dell'azienda per cui lavora.

Il lavoratore al quale mancano pochi anni al raggiungimento dei requisiti pensionistici potrebbe scegliere di ritirarsi in anticipo, incassando un assegno pari ad una percentuale dello stipendio: tale importo sarebbe erogato in parte dall'Inps e in parte dall'azienda per cui opera. Una volta raggiunti i requisiti, egli comincerebbe a ricevere la pensione, ma l'assegno verrebbe decurtato di una certa percentuale, al fine di restituire le somme incassate in precedenza.

Allo studio del governo non c'è quindi una vera e propria modifica della riforma Fornero, ma la predisposizione di uno strumento aggiuntivo per la pensione anticipata. Strumento che, lo sottolineiamo, sarebbe possibile esclusivamente su base volontaria e nel settore privato.

Pensione anticipata donne, l'opzione contributivo fa discutere

Sempre in tema di pensione anticipata, ma focalizzandoci esclusivamente sulle donne, ferve il dibattito sull'opzione contributivo, una possibilità introdotta dalla riforma delle pensioni Maroni nel 2004, che in origine permetterebbe alle lavoratrici di ritirarsi con 57 anni di età e 35 di contributi se dipendenti, 58 anni di età e 35 di contributi se autonome.

Unico vincolo, quello di calcolare l'assegno pensionistico interamente con il sistema contributivo, ricevendo quindi importi minori.

Alcuni discussi interventi dell'Inps hanno da una parte posticipato questa opportunità, spostando i requisiti di età tenuto conto dell'aumento delle aspettative di vita, dall'altra anticipato il termine originariamente fissato al 2015, utilizzando il sistema delle "finestre mobili.

 L'ultima novità in questo ambito è una risoluzione della Commissione Lavoro del Senato, che nel mese di novembre 2013 ha richiesto di ripristinare, per l'opzione contributivo, il termine originario di fine 2015 e di considerare entro tale termine il raggiungimento dei requisiti, non l'effettivo pensionamento.

L'Inps accoglierà tale richiesta?  

Pensione anticipata, Damiano: "il governo faccia chiarezza"

Sulla questione pensione anticipata interviene anche Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera. "Se il governo intende introdurre nel sistema previdenziale, come noi chiediamo da tempo, un criterio di flessibilità nel passaggio dal lavoro alla pensione - afferma - deve mettere un po' d'ordine tra leggi e circolari interpretative".

Damiano si scaglia in particolare contro la poca chiarezza proprio sull'opzione contributivo: "È sorprendente il fatto che l'esecutivo non abbia ancora provveduto a dare seguito alle risoluzioni delle Commissioni Lavoro della Camera e del Senato a proposito dell'opzione contributiva delle donne, che rappresenta una forma di flessibilità". 

E l'esponente PD torna a proporre la propria ipotesi per una riforma pensioni in senso flessibile: la possibilità per i lavoratori di scegliere quando andare in pensione tra i 62 e i 70 anni, in cambio di penalizzazioni o incentivi sull'assegno.