Riforma Pensioni: il 2014 non sarà l'anno risolutivo per gli esodati. E' pessimista, in questo senso, Cesare Damiano, deputato PD e presidente della Commissione Lavoro alla Camera, che da tempo spinge per una soluzione definitiva del problema.

Pensioni esodati, numeri e salvaguardie

Ad oggi, il numero complessivo degli esodati è di 314.576 (secondo la stima ufficiale Inps aggiornata al giugno 2013). Sono stati finora 5 gli interventi di salvaguardia, l'ultimo dei quali contenuto nella legge di stabilità appena approvata dall'esecutivo Letta, per un totale di 140 mila tutelati, dei quali però soltanto 25 mila ricevono già la pensione.

E la situazione non sembra destinata a trovare soluzione nell'anno appena iniziato, con buona pace del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che pure ha inserito gli esodati nella schiera di persone in sofferenza sociale denunciata nel suo discorso di fine anno.

Ne è convinto Damiano, intervenuto sul tema nel corso di un'intervista per Radio Popolare: il 2014 può essere l'anno in cui si risolve definitivamente la questione? "Non credo, nonostante le dichiarazioni ottimistiche arrivate da una parte dei politici - afferma il presidente della Commissione Lavoro -. Una cosa è chiara e certa, abbiamo risolto il problema di chi deve andare in pensione entro la fine del 2014, anno in cui porre il problema per chi deve andare in pensione nel 2015 o nel 2016″.

Riforma pensioni 2014, Damiano risfodera la flessibilità

Ma Damiano, lo ricordiamo, è anche l'artefice di una proposta di riforma delle pensioni radicale e basata sul concetto di flessibilità. E all'inizio del 2014, ribadisce la necessità - a suo dire - di una svolta, contrapposta ai piccoli interventi apportati finora al sistema previdenziale dal governo Letta.

L'esecutivo, nella legge di stabilità, ha infatti ritoccato il meccanismo della rivalutazione delle pensioni, reintrodotto un contributo di solidarietà sugli assegni più alti e decretato lo stop al cumulo tra redditi da lavoro e da pensione.   

Non basta, secondo Damiano: "la riforma del Governo Monti va corretta e va introdotto un criterio di flessibilità nel sistema previdenziale" scrive sul suo blog.

La proposta presentata dal deputato in parlamento prevede la possibilità per il lavoratore di scegliere di ritirarsi anticipatamente, in cambio di una penalizzazione economica sull'importo dell'assegno, o di posticipare la pensione, usufruendo di un incentivo.

La libertà di scelta è tra i 62 e i 70 anni, con variazioni sull'importo pensionistico da -8% (per chi lascia il lavoro a 62 anni) a +8% (per chi decide di continuare a lavorare fino ai 70).