Si fa sempre più difficile la situazione economica dei pensionati italiani. Nel 2014 l'assegno pensionistico aumenterà di poco. Coloro che percepiscono una pensione fino a 1487 € guadagneranno una rivalutazione al 100 per cento, una magra consolazione considerato che si tratta di un incremento del solo 1,2 per cento rispetto al 3 per cento dello scorso anno. Coloro che percepiscono un assegno tra i 1487 e i 1982 euro la rivilatuazione sarà del 95 per cento (+ 1,14 %), mentre per gli assegni più alti la rivalutazione diminuirà proporzionalmente fino ad arrivare al 40 per cento per importi oltre i 2973 €.

Secondo gli ultimi dati dell'Istat quasi la metà dei pensionati (46,3 %) percepisce una pensione sotto i 1000 €. Si tratta di quasi 8 milioni di persone che nel 2014 percepiranno aumenti risicati inferiori ai 12 € mensili. Le rivalutazioni vengono calcolate attraverso l'andamento dell'indice Istat per le famiglie di operai ed impiegati. L'indice Istat per il 2013 è provvissorio e si riferisce ai soli primi 9 mesi dell'anno. Molto probabilmente sarà ritocatto al ribasso visto lo scenario deflattivo degli ultimi mesi.

Cambiano anche le regole per coloro che vogliono ritirarsi dal lavoro. Per le Pensioni di vecchiaia, le donne dovranno aver compiuto 63 anni e 9 mesi se hanno un lavoro dipendente, mentre le donne autonome dovranno avere 64 anni e 9 mesi.

Restano invariati i requisiti di vecchiaia per gli uomini che si assestano a 66 anni e 3 mesi come nel 2013. Per le pensioni di anzianità è privisto il ritiro dal lavoro anticipato per gli uomini con 42 anni e 6 mesi di contributi mentre per le donne il requisito è 41 anni e 6 mesi.