In Italia il dibattito sulle Pensioni è sempre più incandescente. In mezzo alle varie ipotesi di cambiamento e riforma del sistema previdenziale, a gettare benzina sul fuoco interviene il Consiglio d'Europa: gli assegni minimi in Italia violano due punti fondamentali della Carta Sociale Europea. Vediamo i rilievi di Bruxelles.

I punti deboli del nostro sistema sono evidenziati nell'ultimo rapporto del Comitato per i diritti sociali del Consiglio, un documento di ben 50 pagine che prende in esame il quadriennio 1 gennaio 2008 - 31 dicembre 2011.

L'ammontare delle pensioni minime, sotto i 500 euro mensili, è dichiarato "inadeguato", ed inoltre si mette in risalto come nel nostro paese non esista una legislazione in grado di garantire alle persone anziane lo stesso tenore di vita del resto dei cittadini.

Il rapporto del Comitato per i diritti sociali è dedicato più in generale alle politiche per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, le normative di sicurezza sul lavoro, sul diritto alla salute e all'assistenza sociale. In generale, il nostro paese risulta conforme su otto parametri sociali, e inadeguato invece su sette.

Ma torniamo alle pensioni minime: inadeguate per l'Europa quindi, ma come intervenire? Il rilievo è un grande sprone al governo per mettere in atto misure più volte richieste, a dire la verità, da altri organi nazionali e dai sindacati. 

Per il 2014, ricordiamo che la legge di stabilità approvata dal governo Letta ha ripristinato la rivalutazione piena delle pensioni sotto i 1.486 euro sulla base dell'inflazione, indicizzazione che era stata bloccata in parte dal governo Monti nel 2011. 

Ma si tratta di aumenti irrisori, che di sicuro non possono risolvere la situazione di migliaia di pensionati che rischiano di finire stabilmente al di sotto della soglia di povertà. Quale sarà la risposta del governo a questa problematica?