Pensioni: dal 1 gennaio 2014, con l'entrata in vigore della riforma Fornero, sono ufficialmente cambiati i requisiti per il pensionamento di vecchiaia e per il ritiro anticipato.

Molte le discussioni ancora in atto su una possibile riforma del sistema previdenziale, con tanti temi irrisolti (come i Quota 96 della scuola e gli esodati) e tante ipotesi di cambiamento per il futuro, ma intanto vediamo quali sono i requisiti validi ad oggi.

Pensioni di vecchiaia donne e uomini: i requisiti

Cominciando dalla pensione di vecchiaia: tutti i lavoratori uomini dipendenti o autonomi vanno in pensione a 66 anni e 3 mesi.

Stesso requisito (66 anni e 3 mesi) e per le lavoratrici donne del settore pubblico, un limite che si attesta invece a 63 anni e 9 mesi per lavoratrici del settore privato e a 64 anni e 9 mesi per le lavoratrici autonome.

Pensione anticipata: nuovi requisiti e penalizzazioni

I requisiti per la pensione anticipata con l'inizio del 2014 salgono a 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne, in presenza di un'anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995.

La riforma Fornero ha inoltre introdotto penalizzazioni per quei lavoratori che, pur avendo raggiunto i requisiti contributivi, si ritirano dall'attività non avendo ancora compiuto i 62 anni di età: la riduzione dell'assegno previdenziale è dell'1% per ogni anno di anticipo entro un massimo di due anni, e sale al 2% per ogni anno ulteriore ai primi due.

Pensioni 2014: come cambia la rivalutazione

L'adeguamento degli assegni previdenziali all'inflazione, secondo quanto decretato nella legge di stabilità, si attesta:

  • al 100% per gli assegni fino a 3 volte il minimo (fino a 1486,29 euro)
  • al 95% per quelli fino a 4 volte il minimo (fino a 1981,72 euro)
  • al 75% fino a 5 volte il minimo (fino a 2.477,16 euro) 
  • al 50% per quelli superiori a 6 volte il minimo (fino a 2.972,58 euro). 
Importante notare come questo meccanismo di indicizzazione si riferisca all'intero importo della pensione, non solo alle soglie superiori ai diversi scaglioni. Diverso il discorso per quanto riguarda le pensioni oltre 6 volte il minimo, per i quali la rivalutazione è del 40% per la parte fino a 2.972,58 euro.