Il Governo continua a lavorare alla riforma delle pensioni, ma quella che sta per essere messa in piedi è una vera e propria riconfigurazione del sistema previdenziale; l’obiettivo di fondo è quello di ampliare la flessibilità in uscita, diluendo l’eccessiva rigidità origanata dalla Legge Fornero e scongiurando che in futuro possa nuovamente formarsi la classe degli esodati, individui senza lavoro né pensione.



La proposta più interessante in ordine di tempo è costitutita dal prestito previdenziale promosso dal Ministro Giovannini, ma tiene banco anche la necessità della messa a regime dell’indennità di disoccupazione Aspi.

Analizziamo dunque entrambi gli aspetti in dettaglio.

Pensioni 2014: prestito previdenziale Inps e messa a regime indennità Aspi, mai più esodati - Prestito pensionistico e flessibilità in uscita, rifondazione del sistema previdenziale in corso

Come già accennato, Governo, ministri e tecnici stanno lavorando all’unisono nel tentativo di riconfigurare il sistema previdenziale. La linea guida sulla quale ci si muove prevede di incrementare la flessibilità in uscita, dimunendo il livello di rigidità che ha caratterizzato il sistema dopo la riforma Fornero. L’ideale sarebbe creare in maniera non invasiva degli strumenti che consentano ai lavoratori licenziati e avanti con l’età di fruire di  aiuti ed ammortizzatori sociali che scongiurino la nascita di nuove generazioni di esodati.



L’idea del Ministro Giovannini sarebbe quella di destinare ai lavoratori che intendano lasciare il lavoro due o tre anni prima un prestito mensile dall’ammontare di 600-700 euro, una sorta di anticipo sulla pensione che poi il lavoratore renderebbe all’Inps (l’ente che erogherebbe il prestito suddetto) versando una quota dell’assegno mensile della prorpia pensione.



Il membro del Pd ed ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano ha sottoscritto la proposta di Giovannini rilanciando l’idea di creare ‘una fascia flessibile di pensionamento a scelta del lavoratore tra i 62 e i 70 anni, pagando una penalizzazione massima dell’8%’.

Pensioni 2014: prestito previdenziale Inps e messa a regime indennità Aspi, mai più esodati – Continua il dialogo Giovannini-parti sociali, indispensabile gestire il transito all’indennità Aspi

Il dialogo tra il Ministro Giovannini e le parti sociali sta proseguendo in maniera fitta ed intensa anche in queste ore; la necessità più impellente consiste nel creare degli strumenti sociali grazie i quali i lavoratori delle piccole imprese rimasti senza lavoro possano attutire il colpo, magari attingendo ad un fondo appositamente istitutito.



Ultimo punto del quale si sta parlando è la gestione dell’andata a regime dell’indennità Aspi, che a partire dal 2016 prenderà il posto dell’indennità di mobilità; i due istituti sono molto differenti e prevedono periodi di intervento, gestazione ed assistenza diversifcati (la mobilità può spingersi sino ai 48 mesi, l’Aspi arriva al massimo a 18), ecco che una corretta gestione del periodo di transizione tra i due ‘regimi’ diviene essenziale per prevenire eventuali crepe di natura strutturale.



Il dibattito sull’uscita dal lavoro è insomma acceso e più vivido che mai, adesso bisogna attendere le prossime mosse; in parte il Ministro Franceschini ne ha già anticipata qualcuna nei giorni scorsi, sottolinenado come il computo totale di esodati salvaguardati dal governo si incrementerà significativamente nel 2014.



Al di là dei doverosi aiuti da dover destinare a chi vive nel limbo tra lavoro e pensione (non avendo né l’uno né l’altro) appare intelligente e lungimirante la mossa del Governo di lavorare ad un riassetto che scongiuri in futuro la formazione di simili piaghe sociali.