Prosegue senza soluzione di continuità il dibattito legato alle pensioni 2014: particolarmente attivo in questi ultimi giorni il versante pensione anticipata donne a 57 anni, con l’opzione contributivo sempre al centro del dialogo. Incessanti anche i meeting e i tavoli istituiti dal Ministro Giovannini con le parti sociali, sebbene esodati e Quota 96 lamentino ormai da tempo la mancanza di misure concrete e specifiche che possano porre un argine alla propria situazione. La più rilevante criticità risiede nel fatto che queste categorie di lavoratori ascoltano ormai da troppo tempo gli stessi discorsi, e come più volte sottolineato dalle associazioni sindacali sarebbe ora di passare ai fatti.

Facciamo dunque il punto su Pensione anticipata donne a 57 anni, esodati, Quota 96, precoci e prestito Inps.

Pensione anticipata donne a 57 anni, esodati, Quota 96, precoci e prestito Inps: novità e prospettive, ecco il quadro completo

Particolarmente acceso il dibattito sulla pensione anticipata donne; a tenere in particolare banco è la cosiddetta opzione contributivo, che consentirebbe alle donne di andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 o 58 d’età (57 per le lavoratrici dipendenti, 58 per le autonome). Avvalersi di tale opzione risulterebbe estremamente penalizzante in quanto ad importi mensili degli assegni, ma l’atra faccia della medaglia sarebbe costituita dalla possibilità di abbandonare con largo anticipo l’attività lavorativa. Perché le donne possano effettivamente fruire di questa possibilità è però necessario un intervento dell’Inps, come abbiamo già sottolineato in questo articolo.



In tema di Quota 96 al momento ci sono poche novità: la Commissione Bilancio sta vagliando il testo presentato dalla Ghizzoni, ma il rifiuto già opposto in merito alla prima bozza rischia di confermarsi anche in seguito a questa seconda verifica. Per ottenere il via libera, la Ghizzoni ha inserito un limite di 4.000 unità che potrebbero fruire di un regime speciale per maturare il diritto alla pensione, ma la volontà della Commissione è parsa fin da subito chiara. La linea guida è quella di non erogare fondi.



In tema esodati e precoci non si fanno che susseguire dichiarazioni di intenti e buoni propositi: gli ultimi li ha esplicitati il ministro Franceschini, che per il 2014 ha promesso che altri 17.000 esodati saranno salvaguardati dal Governo. Sempre in piedi l’ipotesi del prestito Inps formulata da Giovannini, con i lavoratori a fruire di un prestito pagato dallo stesso ente che poi salderebbero una volta maturato il diritto alla pensione. La modalità di rimborso al momento paventata prevede trattenute dirette da doversi applicare agli assegni mensili, ma ancora nulla è stato messo nero su bianco.



Quando fu introdotta la Riforma Fornero, parto di un governo di tecnici, mai si sarebbe ipotizzato un simile scenario: esodati, Quota 96 e precoci non sono altro che il frutto di un provvedimento disomogeneo e disorganizzato, che non ha tenuto conto di molteplici fattori. Lo stesso Epifani ha più volte ribadito l’esigenza di invertire la rotta rispetto al disegno impostato dalla Fornero, lavorando in particolare per far si che simili fratture sociali non si verifichino più. Staremo a vedere, il tempo stringe.