Prosegue incessante il dibattito sulla riforma delle pensioni e sulla configurazione che dovranno avere in questo 2014: sempre aperti i tavoli di discussione tra governo e parti sociali, col ministro Giovannini ad aver  più volte auspicato un dialogo costante e produttivo per cercare di trovare una soluzione. Negli ultimi giorni sta tuttavia tenendo banco il dialogo sulla pensione anticipata donne, con la cosiddetta ‘opzione contributivo’ a catturare sempre più le luci dei riflettori. Facciamo allora il punto su pensione anticipata donna con opzione contributivo, esodati, Quota 96 e precoci.



Pensione anticipata donne con opzione contributivo: tutto nelle mani dell’INPS

Come accennato pocanzi, a tenere banco in queste ultime settimane è il versante della pensione anticipata donne con opzione contributivo; tale opzione consente alle donne di andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 o 58 d’età (57 per le lavoratrici dipendenti, 58 per le autonome) qualora scelgano di avvalersi del metodo contributivo, che se da un lato risulta penalizzante in quanto ad ammontare degli assegni mensili dall’altro consente un’uscita dal lavoro decisamente anticipata.



Al momento è tutto bloccato e il motivo è semplice: la legge 243 del 2004 ha statuito che la possibilità di fruire di una pensione anticipata secondo i tempi e le modalità pocanzi descritte dovesse permanere sino al 2015, ma a marzo del 2012 l’INPS ha sentenziato un aggiunta di 3 mesi nei requisiti d’età del 2013. A completare la previsione il meccanismo di funzionamento delle finestre mobili per il ritiro, che comportano un anno di attesa per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.



Fatti due conti, il tempo a disposizione delle lavoratrici che vorrebbero fruire dell’opzione contributivo sta dunque per scadere, anche se il tutto potrebbe essere sbloccato da un intervento del Governo che potrebbe ripristinare l’originale previsione di fine 2015.



L'ultimo passo l'ha compiuto la Commissione Lavoro del Senato, che ha sollecitato l'INPS invitandola a ripristinare, per l'opzione contributivo, il termine di fine 2015 e a considerare entro tale limite il raggiungimento dei requisiti in luogo dell'effettivo pensionamento, ma al momento non sono arrivate risposte certe. Secondo alcuni e come paventato anche da Il Messaggero, le maggiori resistenze al ripristino dell’opzione non verrebbero tuttavia dall’INPS ma dal Ministero dell’Economia.

Esodati, Quota 96 e precoci: tiene banco il prestito INPS

Poche le novità invece sui fronti esodati, Quota 96 e precoci: il ministro Franceschini ha sottolineato che presto si interverrà ampliando la platea di esodati salvaguardati e autorizzando lo stanziamento di nuovi fondi; una buona soluzione potrebbe essere costituita dal prestito INPS promosso dal Ministro Giovannini, ma ancora la discussione sulla sua possibile introduzione procede senza aver trovato un punto definitivo.



I sindacati sono ormai spazientiti, considerato soprattutto che il governo continua a lavorare alla predisposizione di strumenti volontaristici da mettere a disposizione dei lavoratori senza intervenire per converso sulle norme esistenti. In primis quelle dettate dalla riforma Fornero, portatrici in alcune previsioni, come ribadito dallo stesso Epifani, di vere e proprie ‘ingiustizie sociali’. Se alla lentezza delle istituzioni si aggiunge la bufera in cui si trova al momento l’INPS per via del caso Mastrapasqua si comprende facilmente come i tempi rischino di dilungarsi ulteriormente.