Simone Saputo, ex dirigente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), è stato condannato dalla Corte dei Conti di Appello con l’accusa di truffa aggravata, frode informatica e falso in atti pubblici. La condanna consiste nel risarcimento all’INPS di un milione e 800 mila euro.



L’ex dirigente dell’INPS, proveniente da Cinisi, è stato arrestato nel 2012 e la sua truffa scoperta grazie alla denuncia di una cittadina, dipendente dell’Inpdap, che, pur non avendo fatto richiesta ed essendo ancora in servizio, aveva ricevuto un certificato di pensione.

Evidentemente si è trattato di un caso di omonimia. Grazie alla denuncia di questa cittadina di Partinico fu avviata dalla Procura un’indagine, denominata “pensionefacile.it”, con una serie di accertamenti e controlli.



Secondo le indagini, Simone Saputo avrebbe manomesso il sistema elettronico dell’INPS, riuscendo così ad erogare le Pensioni a chi non aveva ancora diritto con un semplicissimo click. Una frode, quella di Saputo, che aveva avuto inizio nell’ormai lontano 2006, ma che si era prolungata fino al 2011.



In totale, secondo i risultati delle indagini, sono state trentanove le pensioni fantasma erogate senza i requisiti essenziali. Ricorrendo in appello contro la sentenza di primo grado, Saputo aveva cercato di difendersi sostenendo di essere stato vittima di un furto e che, quindi, la sua identità informatica con la quale venivano liquidate le pensioni era stata rubata.

Ma, qualora ci fosse un margine di verità nella sua difesa, non si può ammettere, come sostengono i giudici, che Saputo sfugga all’imputazione di dolo contrattuale, per omissione di qualsiasi forma di controllo e vigilanza sull’impiego del suo codice di accesso.



Per far fronte alla condanna di risarcimento, all’ex dirigente dell’INPS sono già stati sequestrati un immobile a Cinisi, parte della pensione maturata e del Tfr.