Ilmondo della Scuola è in forte fermento per la mancatao parziale attuazione di riformeda anni richieste, per stipendi che non vengono da anni valorizzati,per il mancato riconoscimento di diritti acquisiti (leggi Quota 96). Non ultima anche la vivace quanto appassionata discussione suldivieto dei compiti a casa durante il week end.

Non sono esenti dacriticheal ministro anche i presidi chesono scesi in piazza a Roma permanifestare prima sotto il Ministerodell'Istruzione quindidavanti Montecitorio per affermare la loro preoccupazionesull'allarmante situazione dell'istruzione in Italia.

Una situazioneche colpisce il settore che "dovrebbe presiedere al rilancio dell'Italia"come afferma l'Anp, l'AssociazioneNazionale Presidi,che ha organizzato la manifestazione a Roma. "In Italia lavorano 8.000dirigenti scolastici che si occupano di quasi 44.000 istituti.Ognipreside segue e organizza fino a 6 istituti",ci tengono a sottolineare. "Invisibili per il Governo, indispensabiliper il Paese".

È questo il loro slogan, scandito con forza e aviva voce nel corsodella manifestazione davanti al ministero dell'Istruzione."Chiediamo un recupero di attenzione del mondo politico sulla scuola",ha affermato il presidente dell'Anp, GiorgioRembado, che così continua: "C'èla necessità di invertire la tendenza, siamo oberati da sempremaggiori responsabilità e carichi di lavoro.

Negli ultimi dueanni l'organicodei dirigenti è diminuito del 25%,da 10.400 a8mila, e il nostro datore di lavoro ha la pretesa di ridurci la retribuzioneanziché aggiornarla".

Le ragioni delle agitazioni della scuola

Si parla da anni di una scuola da riformare ed ogni ministro che si insedia  proclama la sua riforma, ma si è finito di "riformare" una riforma  che non è stata mai attuata.

E la scuola ha bisogno di idee chiare, soprattutto nel momento in cui si fanno le riforme.

 Il personale scolastico tutto, è in fermento  perché sostiene che prima di dare corso ad una riforma, bisogna decidere se l'ordinamento scolastico deve potenziare: la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria oppure essere denominata semplicemente "istituti comprensivi".

Non si può continuare a sperimentare quello che è stato già oggetto di riforma, ed inoltre per attuare una seria riforma di tutto il sistema scolastico c'è bisogno di forti investimenti, con stipendi adeguati, strutture adeguate, tecnologia adeguata.