Dovremo assistere alla trasformazione dell'Inps in una banca o in una finanziaria? Potrebbe davvero succedere, e anche a breve, secondo un' idea del ministro Enrico Giovannini volta a scongiurare l'esodo derivante dalle uscite anticipate (riforma Fornero).


Cosa potrebbe succedere nell'immediato futuro? La nascita di una nuova pensione, molto simile ad un prestito, da rimborsare all'Inps negli anni successivi.


Così, il lavoratore, a cui mancheranno due o tre anni di contributi per poter godere della tanto agognata pensione, potrebbe optare volontariamente per un' uscita anticipata che gli garantirebbe una pensione pari ad un importo massimo di 600-700 euro al mese da restituire all'Ente previdenziale quando finalmente potranno decorrere i requisiti ordinari per il trattamento pensionistico.


Successivamente, l'Inps, dopo due o tre anni, gli verserà un assegno, trattenendo, a titolo di restituzione, una quota calcolata sulla base dell'aspettativa di vita e, comunque, non superiore al 10-15% dell'importo totale.


In pratica, potrebbe essere considerato come un "prestito pensionistico": i soggetti aventi diritto sarebbero tutti quelli rimasti senza impiego e senza ammortizzatore sociale, con almeno 62 anni di età e 35 anni di contributi. 


Quello che, a tutti gli effetti, potrebbe venir considerato come un sussidio, potrebbe coinvolgere un numero di lavoratori pari a 10-15 mila già a partire dal 2014. In pratica, l'Inps 'presterebbe' del denaro, risarcibile attraverso dei 'micro-prelievi' (sperando non ci siano 'sorprese') sull'assegno, una volta che saranno entrati in vigore i requisiti ordinari per riscuotere la pensione. 


Qual'è il principale problema all'introduzione della nuova normativa? Naturalmente, quello di trovare le coperture necessarie al finanziamento dell'operazione.