In un momento davvero complicato per l'Italia, testimoniato dalle grandi proteste organizzate nel Paese con lo sciopero del 9 dicembre 2013, ci sono milioni di italiani che restano in attesa di informazioni e notizie su uno dei temi ancora sotto la lente di ingrandimento: le Pensioni sono ancora al centro dell'agenda del governo Letta e la speranza dei cittadini interessati è che la partita relativa a questa questione possa essere riaperta, soprattutto per ciò che riguarda le indicizzazioni.

Le forze politiche che compongono la maggioranza in questo momento appaiono divise: da una parte la spinta da parte del Partito Democratico, intenzionato ad ammorbidire i cosiddetti blocchi delle indicizzazioni per le pensioni minime, dall'altra parte la pressione da parte della componete di centrodestra, costituita dal nuovo partito di Angelino Alfano, che vuole l'innalzamento della soglia da 90mila, 100mila e 120mila sopra cui far effettuare lo scatto del contributo di solidarietà relativo ai vitalizi più sostanziosi.

Sull'adeguamento pieno degli assegni ha parlato anche il sottosegretario al Welfare Carlo Dell'Arringa, il quale ha voluto far notare come la possibilità che rivalutare le pensioni fino a quattro volte il minimo, è al momento scenario difficile da prospettare. 'Si tratta  - ha riferito Dell'Arringa - di un'ipotesi piuttosto costosa'. La spiegazione? Più o meno la stessa che ha interessato altre categorie di lavoratori, come i Quota 96 della Scuola: non ci sono le risorse. L'ipotesi iniziale che si potesse andare a prelevare i contributi necessari da quegli assegni più alti, è dunque sfumata, soprattutto vista la decisione di reinvestire quella parte di risparmio nella costituzione del reddito minimo e per la lotta alla povertà.

Confermato pertanto l'adeguamento che si conosceva, ovvero quello relativo alle pensioni pari a tre volte il minimo (1441,59 euro, dati del 2012).