Riforma Pensioni 2013, novità esodati: arriva finalmente un intervento di rilievo per quei "lavoratori esodati che altrimenti nel 2014 rimarrebbero senza nulla". A parlarne è Fassina, viceministro all'economia, che parla di un importante stanziamento di risorse a breve con modifica alla Legge di Stabilità. Resta da capire più specificamente a quale categoria di esodati questo intervento per la riforma pensioni 2013 del Governo Letta fa riferimento. Secondo Leggi Oggi si tratta degli esodati non salvaguardati, ovvero di coloro che nel prossimo anno resteranno senza pensione e senza stipendio.

Per quanto riguarda la riforma pensioni 2013 novità positive in tema esodati, quindi, sebbene come di consueto è bene aspettare che le parole si tramutino in fatti, prima di emettere giudizi, ma arriva anche una novità clamorosa per i pensionati che continuano a lavorare. Infatti è stato di recente proposto un emendamento che imporrebbe il tetto massimo dei 150 mila euro lordi (attenzione, lordi) annuali, raggiunto il quale non sarebbe più possibile cumulare stipendio e pensione.

Si potrebbe pensare che una simile misura della riforma pensioni 2013 del Governo Letta andrebbe a intaccare chi ha reddito alto, ma è bene considerare alcune cose: in primo luogo la tassazione sulle attività lavorative ulteriori è già spietata: 43% di Irpef, 21 di Iva più i contributi Inps, più - dal 2014 - contributo di solidarietà per tutti coloro che eccedono i 90 mila euro lordi.

Stiamo parlando di un carico fiscale, già presente, da far tremare le gambe. Inoltre l'emendamento propone l'azzeramento della pensione oltre quota 150 mila euro lordi annuali in maniera retroattiva: tutti coloro che hanno scelto di andare in pensione prima di tale possibile emendamento sarebbero stangati al pari dei futuri pensionati, magari dopo aver pianificato per anni il proprio pensionamento accompagnato da attività lavorative extra.

E questo appare assai poco corretto, a molti.

Ma non finisce qui: se per la riforma pensioni 2013 la novità passasse tra i risultati principali che potrebbe ottenere, come alcuni esperti hanno già fatto notare, si troverebbe l'ulteriore aumento del già ampio sommerso, del lavoro in nero. Una proposta che per ora non sta convincendo nessuno e che potrebbe far infuriare ulteriormente parte della categoria pensionati, già vessata in lungo e in largo da questo e dai precedenti governi.