Sono brutte notizie quelle che giungono dalla Corte Costituzionale in merito alla tanto attesa sentenza relativa alla vicenda dei Quota 96, i lavoratori della Scuola che hanno visti rinviati dalla riforma Fornero i termini del proprio pensionamento. Dopo la sordità della politica e gli errori di calcolo della Ragioneria dello Stato, i 3976 dipendenti del comparto scuola devono incassare anche il no della Consulta, in merito al cosiddetto caso singolo.

I giudici hanno detto no, dichiarando 'la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell'art. 24 comma 3, del decreto-legge 6 dicembre 011' per una pluralità di ragioni'. Sul portale del comparto scuola 2012, dove è presente la versione integrale della sentenza, si leggono pareri critici nei confronti di questo verdetto: l'impressione è che la Corte Costituzionale abbia deciso esprimendosi sulla forma ma non sulla sostanza effettiva dell'ordinanza del Giudice del Lavoro di Siena.


Risultano inoltre inevasi e non affrontati i problemi riguardanti le differenti tempistiche del pensionamento prima e dopo l'entrata in vigore della Legge Fornero e quello relativo alla disparità di trattamento destinato al settore pubblico e quello privato. Non viene citata, dicono i lavoratori, nemmeno la cruciale questione della specificità dei dipendenti della scuola.


Sul web e sui blog del comitato Quota 96 regna ormai la sfiducia totale, anche perché il verdetto negativo della Consulta rimanda la patata bollente alla politica, che in questi mesi ha avuto modo di dimostrare il poco interesse sulla questione. Il problema continua ad essere relativo alle coperture, come ribadito ormai a più riprese dal ministro Carrozza.