Il perduraredella crisi economica sta provocando un giusto allarme per la situazione dell'Inps nella preoccupante previsione chead un certo punto non ci siano più soldi per pagare le Pensioni. Questo rischioè giustificato, oppure si tratta di allarmismo che i dati disponibili tendono aridimensionare come non compatibile con la situazione effettiva dell'ente?

Ilpresidente dell'INPS AntonioMastrapasqua ha fatto delle dichiarazioni rassicuranti, affermando che lasituazione finanziaria dell'ente è pienamente sostenibile, e che l'attualedisavanzo sarà superato nella legge di stabilità.

Ha anche affermato che nonsono necessari dei tagli al bilancio, ma una ricollocazione delle risorse.

Questo ottimismonon è pienamente giustificato da un'analisi del bilancio del 2012, visto cherispetto all'anno precedente le uscite sono aumentate di 17 miliardi di euro,mentre le entrate sono aumentate solo di 6,6 miliardi di euro. Vi è stata unadiminuzione dell'1,2% dei contributi versati, sono aumentate sia le spesepensionistiche che quelle non pensionistiche, soprattutto vi è stato un balzoin avanti delle spese per ammortizzatori sociali, passate da 19,1 miliardi del2011 a 22, 7 miliardi del 2012, cioè +19%

Dall'analisidi questi dati si può trarre una conclusione di questo tipo, che, se lasituazione in questo momento è ancora sotto controllo, sicuramente la tendenzain atto è verso un progressivo peggioramento dei conti, e quindi si va nelladirezione di un probabile dissesto dell'ente, che nel medio-lungo periodopotrebbe non essere più in grado di svolgere i suoi compiti istituzionali.

Non siamo ancoranella situazione di dover lanciare allarmi, ma è chiaro che solo un cambiamentodi rotta a livello di tutta l'economia nazionale può effettivamente fugare idubbi e far rientrare le preoccupazioni che cominciano a serpeggiare circa lesorti dell'ente. I prossimi mesi saranno quelli dove effettivamente si vedrà sequesta svolta sarà in atto, e in che termini si effettuerà.